“Si tratta di un atto di notevole importanza, frutto di un intenso lavoro di confronto e di studio, che pone le basi per una nuova visione e inquadramento degli impianti di risalita, riconoscendone la specifica valenza all’interno degli ambiti alpini e proponendo un percorso, volto sia a provare a superare la situazione attuale di grave crisi del settore che a pensare a un loro riposizionamento, in un’ottica condivisa e di prospettiva che coinvolga la responsabilità dei territori, della regione e del tessuto competitivo”. Lo dichiara il sottosegretario alla Presidenza con delega alla Montagna Ugo Parolo, annunciando l’approvazione, da parte della Giunta, del Progetto di Legge “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dei territori montani interessati da impianti di risalita e dalle infrastrutture connesse e funzionali al relativo servizio”.
ATTRATTIVITA’ DELLA MONTAGNA – La proposta di legge di Regione Lombardia si pone l’obiettivo sfidante di incentivare l’attrattività dei territori montani che accolgono gli impianti di risalita e le infrastrutture accessorie. “Gli impianti – spiega Parolo -, oltre ad essere un’importante ricchezza per la nostra Regione, costituiscono tutt’oggi un’infrastruttura primaria per permettere la crescita sia del turismo che dell’intera economia locale. L’obiettivo sotteso è quello di disegnare un nuovo sviluppo delle aree alpine, dove l’impianto di risalita può costituire un elemento essenziale ma solo se visto in sinergia a una programmazione territoriale che punti, secondo le specificità dei singoli territori, a diversificarne l’offerta, andando oltre, pur senza abbandonarlo, a un modello volto esclusivamente allo sci alpino”.
IL RICONOSCIMENTO DEL VALORE PUBBLICO – Uno dei capisaldi del Progetto di Legge è il riconoscimento del ruolo pubblico degli impianti di risalita e delle infrastrutture accessorie. “La Regione – continua il sottosegretario – trova la forza nel legiferare su questa materia proprio in relazione al riconoscimento dell’interesse pubblico all’efficiente gestione di queste infrastrutture e ai benefici derivanti alle economie locali dalla loro ottimale funzionalità: si tratta di un principio da non dare per scontato perché regge la possibilità per il “pubblico” di giocare un ruolo diretto nella partita”.
IL PATTO TERRITORIALE – Il Progetto di Legge vede nei “patti territoriali” lo strumento negoziale col quale il territorio, affiancato dalla Regione, disegna il suo futuro anche attraverso un programma di interventi di prospettiva e la costituzione di società pubbliche che possano agevolare gli investimenti necessari, anche attraverso processi di finanziamento a supporto degli investimenti col supporto di Finlombarda S.p.A. “Regione Lombardia – fa eco Parolo – vuole giocare un ruolo importante in questa partita, gettando le basi per un percorso che non sia volto solo alle esigenze contingenti, che pure esistono e che vanno risolte, ma che provi ad accompagnare i territori in una prospettiva di medio-lungo periodo.”
IL PERCORSO ATTIVATO DAL PDL – “Questa proposta di Legge, – aggiunge – che ci auguriamo il Consiglio regionale possa licenziare in tempi brevi, trae origine dal Protocollo sottoscritto con la Provincia di Sondrio in base al quale è stato costituito un Gruppo di Lavoro che col coinvolgimento del Sistema Bancario locale e dei principali stakeholders del territorio, ha identificato quale modello da sviluppare, una modalità di gestione pubblica consistente nella costituzione di una o più società infrastrutturali finalizzate allo sviluppo e al mantenimento delle reti di un comprensorio sciistico montano”.
CONTRO LA CRISI E VERSO UN NUOVO FUTURO – “Non posso che essere soddisfatto – chiosa il sottosegretario regionale – dell’impegno attuato da Regione Lombardia nella definizione di questo fondamentale progetto di legge, che prova a mettere in campo una spinta propositiva e di prospettiva contro la crisi che attanaglia il comparto, anche a fronte della forte concorrenza estera e delle Province Autonome confinanti. Ora, insieme ai territori, dobbiamo avviare il percorso attuativo e non escludo possano esserci ulteriori altre iniziative da parte della Regione, anche di partecipazione diretta ai percorsi in forma maggiormente strutturata”. “Sono convinto – conclude – che con queste nuove dinamiche di programmazione coordinata si potrà cambiare il futuro della montagna ed esportare il modello lombardo anche a livello nazionale.