Le piogge di questi ultimi giorni hanno migliorato le condizioni dei laghi bresciani e in generale dei grandi laghi del nord Italia, ma per risolvere davvero la siccità servirebbero infrastrutture in grado di raccogliere e conservare l’acqua.
Lo sottolinea l’Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni (Anbi) nel suo monitoraggio settimanale pubblicato oggi. «Ciò che sta meteorologicamente accadendo sul Paese è l’evidente dimostrazione di quanto ripetutamente previsto e cioè di come, su ampie zone del Nord ad un lungo periodo di siccità stiano seguendo abbondanti piogge, il cui apporto non però è tesaurizzabile per la mancanza di adeguate infrastrutture di stoccaggio – scrive Francesco Vincenzi, presidente Anbi –. È una potenziale ricchezza d’acqua, che rischiamo di rimpiangere da qui a qualche settimana con l’arrivo del grande caldo. Per questo è necessario programmare un futuro idrico che, avviando concretamente un piano di invasi medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, eviti il ripetersi delle litanie degli stati d’emergenza: i progetti ci sono».
La buona notizia è che le precipitazioni di queste settimane e le temperature basse hanno contribuito a ritardare lo scioglimento della neve sui ghiacciai e a rivitalizzare i grandi laghi in sofferenza dopo il 2022 e un inverno 2023 particolarmente secco. Nel Bresciano è il lago d’Iseo a registrare il miglioramento più netto: dal 26 aprile il livello del Sebino è sopra la media storica di questo periodo e negli ultimi 15 giorni ha guadagnato ben 53 centimetri in altezza idrometrica stando ai dati degli enti regolatori pubblicati sul portale Laghi.net. Oggi il lago d’Iseo è pieno al 90% ed è il secondo dato migliore dopo il lago Maggiore.