Il Comitato Francesco Arrigoni quest’anno ha scelto di assegnare il premio dedicato alla memoria del grande giornalista gastronomico scomparso nel 2011 alla WBA World Biodiversity Association per i progetti a favore delle api e degli altri impollinatori.
Il premio, che consiste in un contributo di cinquemila euro e in un’opera d’arte realizzata dalla Scuola di Arti e Mestieri F. Ricchino di Rovato (BS), è stato consegnato ieri al presidente dell’Associazione, l’entomologo Paolo Fontana, da Antonella, Dante e Gregorio, la moglie e i figli di Francesco Arrigoni.
La premiazione e la successiva cena conviviale, che ha lo scopo di riunire intorno al tavolo gli amici, i produttori e i tanti sostenitori del Comitato al fine finanziarne le attività, sono state ospitate anche per questa XII edizione da Baldassarre Agnelli nel Pentole Agnelli Cooking Lab di Lallio, un luogo dedicato alla storia della cultura materiale e della cucina. A firmare la cena anche quest’anno è stato un grande chef, Giancarlo Morelli, cuoco bergamasco titolare dal 1993 dell’insegna Pomiroeu di Seregno e del Bulk all’interno dell’Hotel Viu a Milano.
La World Biodiversity Association non ha scopo di lucro e favorisce la circolazione di sapere tra coloro che si occupano di ricerca, produzione agroalimentare, ecologismo e consumo consapevole grazie al comune amore per la natura. Una cooperazione che si fonda, però, anche su un secondo, imprescindibile pilastro: la volontà di denunciare in modo chiaro le storture normative ed economiche del settore apistico, il coraggio di distinguere tra miele e miele, tra apicoltura sensibile e, appunto, beewashing. Un coraggio che Francesco Arrigoni avrebbe certamente condiviso e che il Comitato Francesco Arrigoni desidera sostenere con entusiasmo”.
Paolo Fontana, ricevendo il Premio Francesco Arrigoni 2024 a nome della WBA, ha precisato che il contributo in denaro sarà impiegato nell’organizzazione di un importante convegno sulla biodiversità che si svolgerà in Piemonte nel settembre prossimo e che ruoterà intorno a tre temi chiave: la ricerca scientifica, la divulgazione e l’azione concreta.
L’opera d’arte, realizzata da nove allievi della classe di mosaico della Scuola F. Ricchino, rappresenta i temi cari a Francesco Arrigoni – la vigna, la montagna e il cuore ovvero la gastronomia, l’impegno civile e la generosità – e farà bella mostra di sé nella sede di WBA di Verona.
PREMIO FRANCESCO ARRIGONI 2024 | LA MOTIVAZIONE
Gli animali sono, da sempre, presenze concrete che sovrappongono e mescolano il proprio spazio vitale ai luoghi abitati dagli esseri umani e dalle loro comunità. Stanziali o di passaggio, neutrali o competitivi, selvatici o domesticati, gli animali sono protagonisti primordiali del nostro immaginario: dagli uri paleolitici delle grotte di Lascaux al lupo delle favole, dai cervi incisi sulla pietra dai Camuni al serpente biblico, all’aquila dello stemma americano, un ampio bestiario affida significati e valori alle più diverse creature.
Nel nostro tempo, ad esempio, il panda, l’orso polare e la balena sono divenuti simbolo delle paure e delle speranze suscitate dalla crisi ambientale e la stessa sorte è toccata all’ape mellifera, un insetto familiare fatto rappresentante del mondo minuto degli impollinatori, minacciato dall’inquinamento. L’ape è oggi vessillo di battaglie ecologiste sia per il suo prezioso ruolo nella riproduzione vegetale, sia per la capacità di testimoniare, come indicatore biologico, lo stato di salute di un territorio.
Tuttavia, nel turbine green contemporaneo, l’ape è anche oggetto di fraintendimenti, polemiche e abusi identificati dall’inquietante neologismo “beewashing”: api più o meno verosimili sono apparse, infatti, nelle pubblicità, sulle confezioni di alimenti e nei documenti che le aziende redigono a testimonianza della propria sostenibilità ambientale.
Da vent’anni la World Biodiversity Association, presieduta dall’entomologo Paolo Fontana, riunisce naturalisti, botanici, zoologi e semplici appassionati della natura impegnati nella conoscenza e conservazione della biodiversità in Italia e nel mondo. Particolarmente autorevoli sono proprio i progetti dedicati al mondo delle api, meritori non soltanto per la competenza scientifica ma anche per la visione e per il metodo di lavoro che l’Associazione promuove.
Questa organizzazione senza scopi di lucro favorisce il dialogo tra mondi e professionalità che non sempre sono in grado di parlarsi: una circolazione di sapere tra coloro che si occupano di ricerca, produzione agroalimentare, ecologismo e consumo consapevole resa possibile dal comune amore per la natura. Una cooperazione che si fonda, però, anche su un secondo, imprescindibile pilastro: la volontà di denunciare in modo chiaro le storture normative ed economiche del settore apistico, il coraggio di distinguere tra miele e miele, tra apicoltura sensibile e, appunto, beewashing. Un coraggio che Francesco Arrigoni avrebbe certamente condiviso e che il Comitato Francesco Arrigoni desidera sostenere con entusiasmo.
La dodicesima edizione del Premio Francesco Arrigoni va alla World Biodiversity Association e al suo presidente Paolo Fontana per la preziosa attività di ricerca, formazione e divulgazione dedicata al mondo delle api e degli impollinatori.
FRANCESCO ARRIGONI | NOTE BIOGRAFICHE
Giornalista bergamasco di schiena dritta, morto improvvisamente a 52 anni, ha avuto una vita breve ma ha saputo riempirla di cose buone e giuste.
Allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera. Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne.
Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica. Lo accompagnava la fama di avere un brutto carattere, condivisa con quelli che hanno un carattere che brutto non è, ma forte, serio, allergico a lusinghe e tentazioni, contrario a mode, sguaiataggini e violazioni assai frequenti nel mondo del mangiare e bere.
Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza, oltre che dalla stima degli addetti ai lavori.
COMITATO FRANCESCO ARRIGONI
Il comitato intende perseguire esclusivamente la seguente finalità: per ricordare Francesco Arrigoni, scomparso all’improvviso nell’anno 2011, la famiglia e un gruppo di amici hanno creato un premio a lui intitolato. Giornalista di grande rigore nel campo dell’enogastronomia, appassionato scalatore, cittadino impegnato nel sociale: questo è stato. Il premio nel nome di Francesco non può dunque prescindere dal suo humus di uomo e cittadino. È destinato a chi, nel campo dell’enogastronomia, abbia progettato e/o realizzato un’azione dal forte contenuto etico.
IL PREMIO
Viene attribuito da una giuria che ha per presidente Antonella Colleoni, moglie di Francesco, e suo figlio Dante tra i giurati – gli altri giurati sono amici di Francesco e compagni di strada – ha cadenza annuale e viene assegnato, il giorno del compleanno di Francesco, il 4 maggio appunto “a una iniziativa contraddistinta da una forte valenza etica”.
Consiste in un contributo di cinquemila euro e un oggetto artistico ogni anno diverso ma con tre caratteristiche fisse: un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate, un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile.
E qualcosa che spunta dalla roccia, forse una vite, perché gli uomini possono morire, le idee no: sono come semi, portati dal vento o dagli uomini di buona volontà.