Il paesaggio Alpino: un’opera Bio-Culturale plasmata nei millenni

Sulle Alpi intere, le indagini archeologiche sempre più accurate stanno dimostrando che l’antica presenza umana in quota non è stata sporadica né intermittente. Sta emergendo con crescente chiarezza anche il ruolo di questo ambiente naturale, che inizialmente condiziona la presenza umana (ad esempio, attraverso la variabilità climatica), ma ben presto ne viene a sua volta profondamente trasformato.

Diventa così sempre più evidente come il paesaggio alpino sia il risultato di una complessa interazione tra attività umane ed elementi naturali: “paesaggi bio-culturali”, come vengono oggi chiamati, plasmati nei millenni da pratiche agricole, silvo-pastorali e attività economiche diverse. In queste valli, natura e cultura si sono intrecciate a tal punto che il paesaggio è divenuto un riflesso delle comunità che le abitano.

Di conseguenza, il paesaggio alpino ha assunto un’importante valenza identitaria, che va ben oltre la sua dimensione estetica, la prima a accogliere chi percorre questi luoghi. Questi paesaggi non si differenziano soltanto per le caratteristiche geologiche, geomorfologiche o per le risorse disponibili in loco, ma anche perché gruppi umani diversi, portatori dei rispettivi codici culturali, vi hanno rappresentato la propria identità.

INTRODUZIONE

Anna Giorgi – Responsabile polo UNIMONT dell’Università degli Studi di Milano
Stefano Bruno Galli – Presidente Museo delle Scienze di Trento – Muse
Massimo Bernardi – Direttore Museo delle Scienze di Trento – Muse

RELATORE

Marco Avanzini – Coordinatore Ambito Ambiente e Paesaggio, Museo delle Scienze di Trento – Muse

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