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il BENE, nel MALE – SCULTURE DI GIANCARLO DEFENDI

Si inaugurerà sabato 11 maggio 2024, presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco, la mostra dello scultore Giancarlo Defendi (Bergamo, 1946). L’esposizione resterà aperta fino all’11 giugno 2024; le 14 sculture selezionate saranno distribuite tra il Foyer d’ingresso, il Salone Principale e il Loggiato di Palazzo Creberg.

Nella storica sede di Palazzo Creberg, in Largo Porta Nuova – nell’ambito del progetto di valorizzazione degli artisti contemporanei bergamaschi promosso negli anni da Fondazione Creberg – sarà possibile visitare, dall’11 maggio all’11 giugno 2024, un affascinante percorso nella produzione scultorea di Giancarlo Defendi con opere selezionate dagli anni Settanta ad oggi.

La mostra, dal titolo Il Bene, nel Male, è curata da Angelo Piazzoli e Paola Silvia Ubiali. Due lati della stessa medaglia, il Bene e il Male sono le due forze fondamentali della lotta perenne che governa la vita umana. Non potrebbe esistere l’una se non ci fosse anche l’altra.

«La mostra – sottolinea Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – si innesta nel nostro percorso volto ad assicurare una doverosa valorizzazione ai Maestri della scultura bergamasca in un progetto pluriennale, indirizzato ad attribuire il meritato rilievo alla splendida stagione artistica del Novecento nella nostra città. Dopo le molteplici esposizioni personali dedicate nel tempo a illustri e importanti scultori – pensiamo, solo nell’anno 2023, a Giacomo Manzù, Ugo Riva, Piero Cattaneo – la nostra proposta per la primavera 2024 si concentra sulla autorevole figura di Giancarlo Defendi».

La mostra a Palazzo Creberg

Le quattordici opere selezionate fanno parte della ricerca plastica dell’artista bergamasco Giancarlo Defendi, per molti anni titolare della Cattedra di Scultura al Liceo Artistico di Bergamo.

Il Foyer e il Salone principale ospitano le opere di maggiori dimensioni, otto sculture realizzate dagli anni Settanta ad oggi con materiali antichi e contemporanei tra i più eterogenei: dal bronzo al legno di recupero, dalla terra refrattaria alla resina.

La curatrice Paola Silvia Ubiali evidenzia che «la fantasia progettuale, da cui deriva l’attitudine all’uso di ogni tipo di materiale e strumento, anche quelli totalmente estranei alle arti plastiche, permette a Defendi di risolvere qualunque problema tecnico e formale. Quando gli strumenti più canonici non danno il risultato voluto, l’artista non esita ad utilizzare attrezzi e ingredienti diversi e alquanto “improbabili”, ma decisamente funzionali al raggiungimento del proprio obiettivo».

In Loggiato sono invece allestite le sculture più piccole e alcuni bozzetti preparatori o varianti delle opere esposte al piano inferiore. Questa sezione è fondamentale per conoscere il suo peculiare modus operandi.

«Da sempre libero da contingenze di mercato» sottolinea Angelo Piazzoli «la sua è una cultura del “pezzo unico” che evita fusioni remunerative ma ripetitive. Su ogni soggetto infatti interviene sempre con numerose varianti, spendendosi generosamente per la sua arte». I bozzetti sono infatti sempre molto diversi rispetto all’opera finale e sono differenti anche tra loro.

Continua Angelo Piazzoli: «La ricerca di Defendi è sempre stata indipendente, ben riconoscibile, dotata di autonomia di pensiero e di accenti personali inconfondibili. Nessuna soluzione di continuità si avverte tra l’uomo e artista: rappresentano un tutt’uno inscindibile che connota fortemente l’identità dello scultore».

Le opere

Tutte le sculture in mostra, dall’Infanta all’Amante e la Diva, parlano di “esseri viventi”, siano essi personaggi storici, biblici oppure uomini e donne comuni.

I volti dei protagonisti di Defendi non sono mai dei ritratti ma il frutto della sua capacità inventiva. Non capiterà mai di imbatterci in uno dei visi da lui tracciati sebbene ognuno di essi abbia un’espressività talmente potente e realistica da rispondere perfettamente ai canoni umani più naturali e autentici, senza idealizzazioni.

Spiega Paola Silvia Ubiali che «la natura morta non appartiene al vocabolario espressivo di Defendi. Il suo bisogno di fare arte pone infatti al centro la dimensione esistenziale come perenne ricerca del fattore umano, a volte anche bestiale. Una bestialità che non è mai disumana o crudele nemmeno quando incarna il Maligno, come per esempio in Diavolo e Amante dove Satana teriomorfo, principe dei demoni, da sempre identificato con l’istinto malvagio, incarna invece un animo sensibile e delicato che soccombe al cospetto dell’amore. La magia di Defendi sta tutta qui, nella potenza di un gesto naturale e disarmante che spariglia le carte, ribaltando consuetudini e luoghi comuni».

«Mi ha molto colpito la capacità evocativa delle opere esposte, che riconducono alle pieghe più nascoste dell’esistenza» sottolinea Angelo Piazzoli. «La visione di queste sculture mi ha condotto in un viaggio col pensiero che ha richiamato alla memoria i giochi semplici dell’infanzia (Pergiocando e Pervolando), i racconti della fanciullezza (Egizi – Giuditta e Oloferne), i sogni del Ginnasio (Pervolando con Icaro), le riflessioni del Liceo (L’Asceta – Il Poeta). Un itinerario affascinante, che penso possa valere per ciascuno di noi, nei periodi più belli e spensierati della vita».

Attraverso la sperimentazione di nuove tecniche lo scultore si confronta con l’imprevedibilità della materia mentre è grazie all’innata curiosità che raggiunge quella padronanza degli elementi e delle loro reazioni.

«Ma la sola tecnica non basta» ricorda Paola Silvia Ubiali «serve quel quid, quel qualcosa in più che trasforma la scultura ordinaria in opera straordinaria. Nei lavori di Defendi quel quid è l’infusione della vita, sempre presente in qualunque “cosa” esca dalle sue mani. Ogni “Cosa” e non solo personaggio, figura, tipo, carattere ecc. perché non tutto ciò che di Defendi presenta caratteristiche umane può essere definito tale e di conseguenza nemmeno può essere facilmente collocato nella categoria del “Bene” o in quella del “Male”. Defendi crea una suggestione e dopo un istante la distrugge non senza venare lo scenario di sottili inquietudini.

Conclude la curatrice «È come passare istantaneamente da una fiaba a un martirologio, da un melodramma a un film dell’orrore. Le fiabe sono la messa in scena di paure ancestrali che abitano l’inconscio e la lotta del bene contro il male termina sempre con un lieto fine che rassicura il bambino che è in ognuno di noi. Ma l’artista ci priva del lieto fine e ci lascia pieni di dubbi. Defendi è un grande narratore, ma le sue sono volutamente storie incompiute; si spinge fino a un certo punto oltre al quale lascia spazio al mistero della fede o alla immaginazione umana, stimolando in noi reazioni non definibili, riflessi della complessità che ci circonda».

L’artista

La nota biografica di Giancarlo Defendi è, per sua specifica richiesta, molto sintetica perché, più del curriculum è convinto che siano le opere a dover parlare.

Nasce a Bergamo nel 1946 e, dopo aver frequentato il Liceo Artistico della sua città, si diploma alla Scuola d’arte di Cantù. Nel 1969 gli viene affidata la cattedra di scultura presso il Liceo Artistico Statale di Bergamo.

Ha esposto con continuità in Italia e all’estero in mostre personali e collettive. Tra le ultime mostre personali che gli sono state dedicate si citano:

2017 “Defendi – L’Etrusco Bergamasco”, OCRA Officina Creativa dell’Abitare, Montalcino, Siena

2018 “Diàoi. Tutti giù per terra”, Bergamo

2019 “Sculture 1988 – 2018”, Museo d’Arte e Cultura Sacra, Romano di Lombardia, Bergamo

2019 “Sculture (dedicata a mia madre)”, Cà Berizzi, Corna Imagna, Bergamo

2023 “Sculture”, Kilometro Rosso, Dalmine, Bergamo

2024 “Il Bene, nel Male”, Fondazione Credito Bergamasco, Palazzo Storico Creberg, Bergamo.

Inaugurazione – luogo di mostra – orari di apertura

Per la mostra è prevista una apertura straordinaria di Palazzo Creberg (Largo Porta Nuova 2, Bergamo) per sabato 11 maggio 2024 dalle ore 15.00 alle ore 19.00.

La mostra verrà presentata nel Salone Principale sabato 11 maggio 2024 alle ore 17.00, con brevi interventi. Successivamente, per chi lo vorrà, sarà possibile dialogare con l’artista e i curatori fino alla chiusura del Palazzo (ore 19.00).

L’esposizione “Il Bene, nel Male” rimarrà aperta al pubblico dall’11 maggio all’11 giugno 2024, con accesso libero e gratuito negli orari di apertura della filiale (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00).

A tutti i visitatori verrà consegnato, come sempre gratuitamente, il catalogo edito dalla Fondazione Credito Bergamasco con testi di Angelo Piazzoli e Paola Silvia Ubiali.

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