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E’ polemica per il risultato scaturito dalle modifiche del PNRR che danneggiano soprattutto i piccoli comuni  “Le modifiche del PNRR approvate da Bruxelles non risolvono i problemi dei piccoli Comuni, questioni sollevate da Uncem sin dal luglio 2020 quando è iniziato in Conferenza Interministeriale Affari Europei – interviene Marco Bussone, presidente dell’Uncem, l’Ente che in ambito, lombardo vede alla presidenza  Tiziano Maffezzini sindaco di Chiuro (valtellina) – “La logica municipalista che gli ultimi Governi hanno accettato, fortemente voluta da alcune lobbies e associazioni, per dare tutto a tutti, millantare efficienza, promettere il bello della partecipazione, impedisce accelerazione ed efficacia degli investimenti.

I Comuni rinunciano ai fondi. O non sanno come spenderli, come avviene per gli eccessivi voucher per la digitalizzazione della PA, capaci di sballare il mercato e portare il costo di un sito comunale da 5mila a 35mila euro. Aver lasciato i piccoli Comuni a se stessi, rinunciando a una vera riforma degli Enti locali in grado di assicurare efficienza e rappresentanza – determina la perdita di investimenti per territori deboli. In assenza della Politica, pagano sempre i più fragili. E senza le riforme per modernizzare il sistema-Paese, il PNRR rischia di essere una straordinaria occasione perduta’.

Regnano dubbi e incertezza anche su appalti e interventi avviati dagli Enti locali. Se i Comuni lavorano da soli, sul PNRR in particolare, si va poco lontano. Insieme, nella logica sinodale che stiamo affrontando, si è vivi e si spendono bene risorse alle quali oggi i Comuni rinunciano, o non sanno come fare a spendere.  E andranno in crisi. Perché è impensabile spendere 200 o 300 mila euro, o più, nei Comuni con meno di 5mila abitanti, e aspettare un anno prima che Roma rimborsi la cifra spesa.

La Politica abbia la forza di fare riforme. Dall’alto. Dallo Stato, chiedendole alle Regioni anche con un potere sostitutivo. Registriamo mancanza di sussidiarietà e di riforme. Un modello istituzionale più moderno, dalle Regioni ai Comuni, va costruito nella logica comunitaria, nell’insieme, nel favorire dialogo, lavoro congiunto, fiducia e stima reciproca. Anche questo deve fare la Politica, frenando ogni logica municipalista, che serve a nulla, vanifica gli investimenti, frena ogni sviluppo”.