I nostri sensi ci permettono di interagire con il mondo che ci circonda. Sono 5: vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
L’organo della vista è l’occhio che è costituito da una serie di lenti (cornea e cristallino) la cui esposizione è regolabile da un diaframma, rappresentato dall’iride, che tra l’altro conferisce il colore ai nostri occhi. L’immagine, attraverso le lenti viene poi impressionata sulla retina e da qui, tramite il nervo ottico,viene trasmessa alla corteccia cerebrale dove viene elaborata. La mancanza completa della vista viene definita cecità o amaurosi e può essere monolaterale o bilaterale. I difetti visivi più frequenti sono la miopia, la presbiopia e l’astigmatismo. La miopia consiste in un deficit della visione da lontano, è dovuta al fatto che l’occhio tende ad allungarsi in senso verticale. La presbiopia , viceversa, è un difetto visivo che non consente una corretta visione da vicino ed è dovuta alla ovalizzazione dell’occhio in senso orizzontale, insorge e tende a peggiorare col passare degli anni . L’astigmatismo è un difetto visivo dovuto al fatto che la cornea perde la sua sfericità e tende ad ovalizzarsi. L’organo dell’udito è l’orecchio di cui fa parte il padiglione auricolare, che permette di incanalare i suoni nel condotto uditivo, da qui il suono raggiunge il timpano, una sottile membrana, la cui vibrazione viene trasmessa alla catena degli ossicini, costituita da tre minuscoli ossi: il martello, l’incudine e la staffa, quest’ultima permette il trasferimento dello stimolo alla coclea, dove sono presenti i recettori del suono , che trasferiscono lo stimolo sonoro, tramite il nervo acustico, alla corteccia cerebrale,dove viene elaborato. La completa assenza di udito da un solo orecchio viene definita anacusia, mentre la perdita di udito da entrambi gli orecchi viene definita cofosi o sordità. Una riduzione dell’udito viene invece definita ipoacusia e può essere trasmissiva se interessa il condotto uditivo, il timpano o la catena degli ossicini, viene invece definita neurosensoriale se è dovuta ad una alterazione dell’orecchio interno,in particolare della coclea. L’organo del gusto è rappresentato dalle papille gustative che si trovano prevalentemente sulla lingua. Sono presenti 4 tipi principali di papille : quelle per il gusto amaro si trovano nella parte posteriore della lingua, quelle per l’aspro nelle porzioni laterali , quelle per il salato appena più avanti e quelle per il dolce sulla punta della lingua. Viene definita ageusia la perdita assoluta della percezione del gusto. Tra le cause della mancanza di percezione si ricordano: lesione del nervo trigemino e glossofaringeo, paralisi facciale, infezioni della lingua e alle vie respiratorie, stomatiti e tabagismo. L’ageusia può essere anche la conseguenza di chemioterapia e radioterapia. Viene invece definita disgeusia una alterata o ridotta percezione dei gusti. Un altro senso importante per la nostra vita è l’olfatto. L’organo dell’olfatto è il naso,sulla cui mucosa sono presenti delle cellule nervose che funzionano da recettori, lo stimolo odoroso da questi viene poi trasferito in una specifica zona cerebrale chiamata bulbo olfattivo . Le patologie dell’olfatto possono essere di due tipologie, quantitative e qualitative. Le prime sono rappresentate da iposmia, ovvero parziale riduzione del senso dell’odorato, e anosmia, ovvero totale riduzione del senso dell’odorato. Nel caso di riduzioni qualitative del senso dell’olfatto, invece, si parla di parosmia, un disturbo caratterizzato dall’alterazione del senso dell’olfatto. Le cause alla base di questi disturbi possono essere diverse: riniti, sinusiti, neoplasie, lesioni della mucosa di varia origine (virale, traumatica o infiammatoria). I disturbi dell’olfatto condizionano inevitabilmente anche il senso del gusto.
Il tatto è quel senso che consente il riconoscimento di alcune caratteristiche fisiche degli oggetti (durezza, forma) che vengono in contatto con la superficie esterna del nostro corpo. Il tatto è reso possibile dalla presenza di un gran numero di recettori in tutta la pelle, ma soprattutto nei polpastrelli delle dita, dove sono più di 130 per cm2. La sensazione tattile può andare incontro ad alterazioni di diverso tipo, sia quantitative sia qualitative. Nel primo gruppo si distinguono l’ipoestesia (riduzione parziale o totale della sensibilità nelle sue diverse forme) e l’iperestesia (aumento della sensibilità a stimoli nervosi normali). Caratterizza invece il secondo gruppo la disestesia, disturbo caratterizzato dal deterioramento del tatto. Queste alterazioni dipendono solitamente da disturbi a carico dei nervi periferici o degli organi del sistema nervoso centrale che a loro volta vengono innescate da cause traumatiche, virali, metaboliche o infiammatorie.
Gravedona: presentazione dell’offerta oncologica e radioterapica
Palazzo Gallio, a Gravedona, ha ospitato ieri pomeriggio l’incontro pubblico organizzato dall’Asst Valtellina e Alto Lario, in collaborazione con la Comunità Montana Valli del Lario