Un’occasione di confronto, dialogo e contaminazione culturale, nel segno di una tradizione che trova nuove opportunità. Una qualificata delegazione dell’Associazione Culturale “Il Baghèt” ha partecipato a fine gennaio alla ventiquattresima edizione di “Do szopy, Hej Pasterze-Dudziarze”, il Festival Internazionale per cantori e zampognari organizzato nella zona di Polajewo, comune rurale polacco del distretto di Czarnków e Trzcianka. Il gruppo bergamasco era composto da Paolo Colombo, Lorenzo Paganelli, Monica Bonandrini e Alberto Baccanelli (giovanissimo figlio di Monica) ed è stato presentato come “I Baghetèr di Giacomo Ruggeri Fagòt”, in omaggio al casnighese ultimo suonatore di baghèt dell’arco alpino. Alla manifestazione hanno partecipato diversi gruppi provenienti da Bulgaria, Rep. Ceca, Slovacchia, Polonia, questi ultimi provenienti da Beskid Zywiecki, catena montuosa a ridosso della Slovacchia, Kozla, vicina ai confini con la Germania, e Wielkopolska, regione di Poznan. Il gruppo bergamasco era un’assoluta novità per l’area dell’Europa dell’Est e per la manifestazione polacca, cui mai aveva partecipato una formazione strumentale di baghèt proveniente dall’Europa dell’Ovest.
Alla base della tradizione polacca per la cornamusa e la zampogna c’è il Museo degli Strumenti Musicali di Poznan, ma anche un’antica tela del 1572 dipinta da Mateusz Kossior e intitolata “L’Adorazione dei pastori”. Vi sono raffigurati pastori che suonano la cornamusa accanto alla mangiatoia della Natività. L’Incontro Internazionale si tiene dal 2001 ogni terza domenica di gennaio.
“Questa esperienza internazionale – spiega Paolo Colombo – è nata da un contatto social ottenuto dal baghéter Luciano Carminati con Janusz Jaskulski, ispiratore del festival. Abbiamo partecipato attivamente ad una dozzina di concerti ed elevazioni musicali nell’arco di tre giorni, prendendo parte assieme ad altri gruppi non solo a messe (la principale celebrata dal Vescovo Grzegorz Balcerek ed elevazioni musicali, ma anche ad una serata live nella Distilleria 505 nei pressi di Polajewo e al concerto finale tenutosi nella Casa della Cultura locale. L’organizzazione dell’evento è stata ottima, con un’accoglienza calorosa, interessata e aperta alla conoscenza di realtà provenienti da altre parti del mondo. L’organizzazione ha coinvolto anche i ragazzi, con lezioni didattiche per i bambini delle scuole. L’esperienza è stata completamente finanziata dall’organizzazione polacca, che ha coperto tutte le spese. Abbiamo stabilito contatti e legami che potrebbero portare ad ulteriori, future collaborazioni”.
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