Hiv, Esposito (Cotugno): “Terapie long acting rivoluzione in gestione Hiv”

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(Adnkronos) – "Le terapie long acting rappresentano una vera e propria rivoluzione nella gestione dell'Hiv: non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto per la qualità della vita delle persone che convivono con il virus". Lo afferma Vincenzo Esposito, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive e Medicina di genere dell'ospedale Cotugno di Napoli, in occasione dell'evento 'Longitude on the go – Navigation Experience', dedicato all'innovazione terapeutica per l'Hiv, disponibile anche in Campania, che si è svolto a Napoli. (VIDEO) "Parliamo di una terapia di tipo iniettivo da somministrare ogni 2 mesi – spiega Esposito – Questo è importante non solo perché offre al paziente la possibilità di svincolarsi dalla somministrazione quotidiana delle terapie orali e, non avendo farmaci a casa, perde l'effetto stigmatizzante nel trattamento antivirale. Soprattutto – sottolinea – le iniezioni a lunga durata d'azione consentono di migliorare l'aderenza terapeutica. L'Hiv è una malattia cronica: sotto trattamento non si arriva più a un evento sfortunato e spiacevole. Ma abbiamo notato che proprio per questo scende progressivamente l'aderenza e i pazienti, nel tempo, tendono a saltare una compressa. Con la terapia long acting, che viene somministrata per via intramuscolo presso gli ambulatori, questo non succede perché" si fa "con appuntamento fisso in una finestra di 7 giorni che ci consente anche un minimo di flessibilità, laddove il paziente abbia un inconveniente".  
Questo modello terapeutico "noi lo consigliamo dove ci sono le indicazioni per chi vuole accedere a questo tipo di terapia – precisa l'infettivologo – Ma i pazienti sono sempre più informati e chiedono se esista un modo diverso di assumere i farmaci. La risposta ora c'è. Questo approccio, infatti, nasce anche da un ascolto profondo dei bisogni delle persone con Hiv, che hanno diritto non solo alla sopravvivenza, ma a una vita di qualità. In Campania il modello organizzativo attuale, voluto dalle istituzioni con cui abbiamo collaborato, prevede l'accesso" alla terapia "presso tutte le divisioni di Malattie infettive che si occupano di Hiv – chiarisce Esposito – E' una notizia estremamente positiva perché colma un gap importante e restituisce equità nell'accesso alla cura. Mi aspetto che i pazienti reagiscano molto bene: i riscontri al Cotugno, dove abbiamo iniziato prima, sono stati buoni e credo che adesso, visto che tutta la regione può accedere a questo tipo di terapia, senza particolari difficoltà burocratiche, avremo un incremento di assunzioni di questo tipo di terapia. L'interesse è già alto – conclude – Man mano che aumenterà la consapevolezza su sicurezza ed efficacia, crescerà anche la richiesta. Chi vuole assumere questa terapia, non deve fare altro che parlarne con il proprio clinico".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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