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esami ematici routine

Gli esami ematici di routine

Gli esami ematici di routine sono quelli che il medico di famiglia richiede per dei controlli periodici. La frequenza dipende dall’età e dalla eventuale presenza di patologie croniche e viene comunque decisa dal medico. Una raccomandazione importante è che il prelievo va fatto la mattina dopo un digiuno di almeno 12 ore.
Uno degli esami che più frequentemente si richiedono è l’esame emocromocitometrico, abbreviato in emocromo. Questo esame serve soprattutto per evidenziare un’eventuale anemia oppure un calo o un aumento del numero di globuli bianchi nel sangue. Per anemia si intende, contrariamente a quanto si creda, non un ridotto numero di globuli rossi, bensì un calo del contenuto di emoglobina che è quella sostanza, contenuta nei globuli rossi, che trasporta l’ossigeno a tutti i tessuti. Il normale contenuto di emoglobina per dl di sangue varia da 12 a 16 g nella donna e da 13 a 17 g nell’uomo. Le principali anemie sono quelle da carenza di ferro ed in questo caso si ritrovano in circolo globuli rossi più piccoli del normale, oppure da carenza di vitamina B12 e acido folico ed in questo caso i globuli rossi sono più grandi del normale. Il normale numero di globuli bianchi va da 4.000 a 10.000 per dl di sangue. Un aumento del numero di globuli bianchi viene definito leucocitosi e può essere causato dal fumo di sigaretta o da infezioni . valori particolarmente elevati di globuli bianchi si hanno nelle leucemie, in queste patologie però i globuli bianchi sono anche alterati, immaturi e non in grado di compiere la loro funzione che è quella di protezione nei confronti di agenti patogeni virali o batterici. Una riduzione di globuli bianchi, definita leucopenia, si può avere per infezioni, soprattutto virali, per malattie tumorali del midollo osseo, oppure come effetto collaterale di terapie, soprattutto chemioterapie antitumorali. Altro esame che viene quasi sempre richiesto nei controlli periodici è la glicemia,cioè il contenuto di glucosio nel sangue. Il suo valore normale è compreso tra 60 e 100. Valori ripetutamente sopra i 125 fanno sospettare un diabete mellito. Per la diagnosi di diabete mellito è importante anche la misurazione della emoglobina glicata. Il suo valore è normale sotto il 6% e indica l’andamento della glicemia negli ultimi 2 mesi. La sua determinazione è anche e soprattutto importante per valutare l’efficacia della terapia anti diabetica. Obiettivo della terapia è quello di mantenere l’emoglobina glicata sotto il 7%. Per valutare la funzionalità del fegato il medico richiede le transaminasi. Le transaminasi sono 2 chiamate AST e ALT, il loro valore normale deve rimanere al di sotto di 40. Un aumento delle transaminasi è indice di morte delle cellule epatiche, quale si ha soprattutto nelle epatiti, valori molto elevati, anche sopra i 1000, si hanno quindi nelle epatiti acute, un aumento più modesto e costante è tipico delle epatiti croniche oppure di danni dovuti all’eccesso di alcol etilico. Importante anche controllare periodicamente la funzionalità renale. L’esame più importante a questo scopo è la creatinina. Essa è un prodotto di degradazione della creatina a livello muscolare e viene quindi eliminata dai reni con le urine. Il suo valore dipende molto dall’età ,dal peso,dalla massa muscolare ed un suo aumento rispetto ai valori normali è indice di insufficienza renale. Altro esame molto richiesto è il colesterolo. In realtà la determinazione del solo colesterolo è poco utile , si deve invece richiedere un assetto lipidico che comprende: colesterolo totale, colesterolo HDL (colesterolo buono) e trigliceridi. Il valore più importante dell’assetto lipidico è il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) che si ottiene con una semplice formula matematica : colesterolo LDL = colesterolo totale – colesterolo HDL – Trigliceridi\5. Quindi trovare un colesterolo totale elevato non significa necessariamente avere un alto livello di colesterolo cattivo. Il valore di colesterolo LDL deve essere per tutti minore di 130, minore di 100 nel diabetico e minore di 70 nel cardiopatico ad alto rischio.

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