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Malonno

Gelmi a processo il 20 settembre

Il processo a carico dell’ex sindaco di Malonno Stefano Gelmi e degli altri 14 imputati a vario titolo di turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata è stato fissato il 20 settembre prossimo.

Gelmi finito anche in carcere e ora ai domiciliari, è accusato di aver favorito alcuni imprenditori edili della Valle Camonica nell’aggiudicazione degli appalti per la riqualificazione della sede del Comune di Malonno (per 420mila euro), dei lavori per la viabilità comunale (per 242mila euro) e della ristrutturazione della biblioteca (per latri 450mila euro). Di questo sistema, secondo il GIP di Brescia Cesare Bonamartini, Gelmi era la mente e lo definisce: «Il regista delle diverse operazioni collusive con gli aggiudicatari dei lavori pubblici» che «manifesta nella gestione della res pubblica una disinvoltura che trasmoda nel totale disprezzo per le garanzie di imparzialità imposte dalla legge». Secondo la ricostruzione dell’accusa il primo cittadino malonnese comunicava in anticipo agli imprenditori della valle finiti sotto inchiesta la data di apertura dei bandi ed altre indicazioni necessarie per aggiudicarsi i lavori. Per il pubblico ministero Ambrogio Cassiani funzionale allo scopo era anche l’apporto fornito dai due funzionari dal Centrale unica di committenza delle Alpi Orobie Bresciane finiti tra gli indagati. Lavorando per l’organo che cura per conto dei comuni coinvolti proprio l’aggiudicazione degli appalti pubblici in tema di opere, ma anche di prestazione di servizi e acquisizione di forniture, ma anche redigendo e adottando gli atti di gara, secondo l’accusa Gianpaolo Albertoni e Morena Piloni hanno fornito indicazioni utili sui bandi poi aggiudicati dagli «amici degli amici». Gli imprenditori coinvolti nell’indagine,  secondo il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, si accordavano da un lato per fare cartello e impedire che gli appalti venissero aggiudicati da potenziali concorrenti «forestieri», dall’altro per non eccedere mai nel ribasso in modo da avere la garanzia di incassare sempre importi che ritenevano convenienti. Nel corso delle indagini in Procura a Brescia sono stati sentiti anche i sindaci di Corteno Golgi, Sonico e Paisco Loveno, quali membri del comitato esecutivo della Centrale unica di commissione, insieme proprio a quello di Malonno ricevettero informazioni di garanzia, così come il sindaco di Edolo, presidente del Cuc. Un atto dovuto che ha permesso di chiarire la loro posizione e di uscire dall’inchiesta.

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