Fisco e lavoro: il CAAF CGIL traccia il bilancio della campagna 2024

Con l’avvio della nuova campagna fiscale, il CAAF CGIL Bergamo traccia un bilancio dell’attività svolta nel 2024. Lo scorso anno sono stati elaborati 59.143 modelli 730, un dato stabile rispetto agli anni precedenti. Un segnale positivo arriva dalla fidelizzazione degli utenti: l’86% sceglie di tornare ai CAAF CGIL, a conferma della qualità del servizio e della competenza degli operatori.

“In provincia di Bergamo operano 55 CAF diversi, e questi numeri testimoniano la solidità del nostro lavoro” spiega Adolfo Nesi, direttore del CAAF CGIL Bergamo. “Abbiamo 92 operatori dedicati esclusivamente ai 730, che svolgono fino a 120 ore di formazione per garantire un servizio sempre aggiornato e qualificato.”

Fino al 30 settembre, termine della campagna fiscale, saranno attive 58 sedi in tutta la provincia. Ad oggi, sono già stati fissati 32.000 appuntamenti. Per prenotare è possibile chiamare il numero unico 02.301919 o andare in una delle sedi.

Oltre ai 730, il CAAF CGIL assiste anche 209 liberi professionisti con partita IVA individuale, offrendo loro servizi di gestione della contabilità e redazione delle dichiarazioni dei redditi.

Complessivamente, nel 2024 il CAAF CGIL ha gestito oltre 108.000 pratiche, tra cui ISEE, RED, IMU, successioni e altri servizi rivolti alla cittadinanza.

Dai dati raccolti attraverso le dichiarazioni dei redditi presentate al CAAF CGIL emerge un elemento significativo: il reddito medio di 20.000 euro viene superato solo dai 30 anni in su.

Marco Toscano, segretario generale CGIL Bergamo, sottolinea la questione: “Se guardiamo i redditi degli under 30, la media si ferma a circa 18.000 euro annui. Con cifre del genere, è evidente quanto sia complicato rendersi indipendenti, sostenere un affitto, accendere un mutuo o semplicemente costruire un progetto di vita stabile. Se vogliamo davvero investire sulle nuove generazioni, dobbiamo partire dal lavoro: senza salari dignitosi e prospettive concrete, il rischio è che restino bloccati in una precarietà che non permette di guardare al futuro con fiducia.”

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