Una personale intitolata “Dalla finestra dei miei nipoti”, utile ad indagare i legami fra arte, sociologia e sostenibilità. E’ aperta sino al prossimo 7 novembre al museo BACS (Between Contemporary Art and Sociology) di Leffe l’esposizione dell’artista Paola Zorzi. Come ha spiegato in occasione dell’evento inaugurale di sabato 10 ottobre, l’artista è impegnata in una complessa e stimolante intersezione di analisi sociologica e ricerca sul linguaggio astratto-costruttivista. La mostra presenta alcuni esiti significativi del suo lavoro recente, a partire da due immagini di grande rilevanza problematica e simbolica: due foto scattate dalla finestra dei nipoti dell’artista – che nel titolo diventano per antonomasia tutti i nipoti del mondo, coloro che erediteranno da noi il pianeta – rivelano, in tensione con i dettagli della stanza e del paesaggio, la presenza evidente, minimale nell’aspetto ma allo stesso tempo minacciosa, di elementi di eternit a brevissima distanza.
“La tipica scanalatura delle lastre di eternit isolata dal contesto dell’immagine, – spiega Kevin Mc Manus, curatore della mostra con Patrizia Bonardi – diventa così una specie di pattern luttuoso, un simbolo, sconcertante nel suo rigore formale, di uno dei drammi ecologici e sociali più gravi dell’Italia del secolo passato che come mostrano queste fotografie allungano la loro ombra sul nostro presente. Denuncia e riflessione convivono tanto nelle opere direttamente ispirate dal problema eternit, quanto in altre, nelle quali il riferimento si fa più lato, legato alle tematiche esistenziali più ampie chiamate in causa da questa vicenda.
Del primo gruppo fa parte, ad esempio, il lavoro che presta il titolo all’intera mostra, una rigorosa struttura che ricorda le griglie moderniste concettuali in bianco e nero, ma nella quale il “bianco” è costituito in realtà dall’immagine di una lastra di eternit decontestualizzata dalla foto originaria, una vera e propria irruzione del significato in quella che a prima vista appariva come pura forma. Il secondo gruppo contempla invece lavori di marca più propriamente costruttivista, che richiamano, con le loro logiche formali, archetipi universali della vita, della morte e del rapporto tra volontà e destino. Ulteriore tratto unificante sarà la mancanza di colore, la scelta di affidarsi unicamente al bianco e al nero; scelta non meramente formale, ma legata alla profonda simbologia della dialettica tra due possibilità”.
L’evento del BACS, centro indipendente di arte e sociologia, fa parte delle numerose iniziative organizzate dall’associazione Artists.Sociologists, volte a mostrare gli esiti del dialogo tra artisti e sociologi nella riflessione, rispettivamente simbolica e speculativa, su temi fondamentali del vivere odierno. Ciascuna mostra mette in relazione il lavoro di uno o più artisti con un testo significativo della letteratura in questo campo, rendendo evidente la necessità di un superamento degli specialismi a favore di una fertile consapevolezza collettiva. Paola Zorzi dal 2009 ha seguito il Processo eternit nell’aula del Palazzo di Giustizia di Torino. Ha scritto e pubblicato innumerevoli articoli e fotografie sul processo per il giornale online www.ilgiornale.ch (Kloten, Zurigo), ha realizzato mostre fotografiche sull’argomento a: Villa Cernigliaro, Sordevolo; studiodieci di Vercelli; Circuiti Dinamici/ex Bertolt Brecht di Milano; La Via Lattea (Torino); Phot’out, Torino. Nel 2014 è invitata a Casale Monferrato dall’associazione AFEVA, Associazione Familiari Vittime Amianto, per una mostra presso la libreria Labirinto.
La mostra è introdotta dalla Presidente dell’associazione e da alcuni ex-operai dell’eternit S.p.A. sopravvissuti all’amianto e presenti nelle immagini fotografiche scattate da Paola nel corso del processo (sopravvissuti nonché colpiti da asbestosi, tant’è vero che uno dei soggetti fotografati al momento dell’inaugurazione della mostra nel frattempo era deceduto). Parallelamente all’impegno artistico e legato alla comunicazione ha svolto azioni concrete. Del 2013 è il progetto collettivo “zero amianto” che la vede coinvolta nel proprio quartiere in una raccolta di firme e nella stesura di un documento ottenendo infine la collaborazione del Comune di Pralungo e lo smantellamento di un enorme tetto in eternit di una fabbrica in disuso limitrofa al quartiere. Il coinvolgimento è proseguito con successo in altro ambito condominiale e in un altro Comune sempre con lo scopo di sostituire le coperture in eternit con altri materiali. Questo nonostante i costi legati allo smaltimento – visto l’esito del Processo eternit!! – ricadessero completamente sui cittadini. Commovente constatare come alcune pensionate-vedove, con grande dignità, abbiano contribuito con convinzione allo scopo mentre in alcuni casi altrettanto non si è potuto dire di persone in condizioni economiche ben più agiate.
Tutte le aperture programmate della mostra sono gratuite e prenotabili tramite la piattaforma di Promoserio (www.valseriana.eu). La mostra sarà visitabile su appuntamento scrivendo a bacs.leffe@gmail.com ed ogni sabato dalle 14.30 alle 16.30.