Esperti: “Si muore più per cattiva nutrizione che per mix fumo droga e alcol”

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(Adnkronos) – Tre miliardi di persone su 8 non si nutrono nel modo corretto, con un impatto significativo sullo sviluppo di patologie e sulla longevità in salute, il cosiddetto 'health span': la conseguenza è una mortalità più alta per dieta inadeguata che per l'insieme di droga, fumo, alcool e sesso a rischio. L'alimentazione rappresenta una sfida a cui le città resilienti devono essere in grado di rispondere, nell'ottica della diminuzione delle disuguaglianze socio-economiche e dell'aumento del benessere di tutti i cittadini. A sottolinearlo è la Rete italiana Città Sane Oms, in occasione del 22esimo meeting nazionale 'Città per la Salute', che si è tenuto il 22 e 23 maggio a Bergamo, presso il Monastero di Astino. La due giorni ha riunito amministratori locali, esperti, urbanisti, operatori del Terzo settore, rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della sanità e cittadini per approfondire temi riguardanti l'integrazione della salute nelle politiche comunali, la costruzione di alleanze strategiche e la promozione di interventi per il miglioramento della qualità di vita urbana. L'evento si è aperto alla presenza delle istituzioni regionali e locali, tra cui Marcella Messina, assessora del Comune di Bergamo che ha ospitato l'iniziativa. "Oggi le città sono al centro delle sfide globali del futuro, soprattutto quando parliamo di salute – spiega Lamberto Bertolè, presidente della rete Citta Sane Oms e assessore al Comune di Milano – Nei contesti urbani si giocano le partite decisive per il benessere della popolazione, che passa da prevenzione, riduzione delle disuguaglianze attraverso l'inclusione sociale e sostenibilità ambientale, in una visione One health che sottolinea l'interconnessione tra salute, ambiente e società. Il concetto di Health in all policies fa riferimento all'impatto sulla salute di tutte le decisioni politiche, dall'urbanistica all'ambiente fino a politiche sociali ed economia, ed è proprio su questa connessione che abbiamo voluto insistere durante il meeting".  "Le città, oggi, rappresentano i laboratori in cui la sperimentazione di soluzioni innovative per il miglioramento del benessere diventa possibile – prosegue Bertolè – e le amministrazioni locali ricoprono un ruolo strategico perché possono agire come motori di cambiamento, con il coinvolgimento delle realtà del Terzo settore e dei cittadini stessi. Perché possano svolgere appieno questo ruolo, serve però un riconoscimento più forte anche sul piano politico: è essenziale che vengano garantiti loro strumenti adeguati, sia finanziari che normativi, perché possano agire in modo efficace e strutturato nel rispondere alle sfide sanitarie. Oggi, purtroppo, le città si trovano spesso a operare in un contesto segnato da risorse economiche limitate e da un quadro normativo frammentato, che rallenta la messa in campo delle iniziative. Dobbiamo muoverci verso il ripensamento di politiche comunali che mettano al centro la salute pubblica, di cui l'alimentazione risulta un tassello cruciale che non può più essere sottovalutato".  Il programma curato dal coordinatore della rete, Francesco Caroli, ha affrontato diversi temi: sostenibilità e salute (nel legame tra ambiente, cambiamenti climatici e benessere dei cittadini), integrazione delle politiche (come rendere la salute un pilastro trasversale in tutte le strategie urbane), resilienza urbana e longevità (come le città possono favorire una vita più lunga e in salute, garantendo servizi, spazi e opportunità che promuovano il benessere a ogni età), partecipazione e reti territoriali (il ruolo delle comunità locali nella costruzione di città sane e inclusive), innovazione e buone pratiche (esperienze concrete e modelli virtuosi attuati dai comuni italiani). Grande spazio sarà dato al tema della prevenzione primaria e al ruolo di Stato, Regioni e Comuni nella sua promozione. Il 22esimo meeting è stato anche l'occasione per consegnare al Comune di Udine l'Oscar della salute 2025, il riconoscimento promosso dalla Rete italiana Città Sane Oms. Il premio, giunto alla 17esima edizione, è rivolto a chi mette in pratica politiche urbane innovative orientate alla promozione del benessere, della prevenzione e dell'equità territoriale. Il progetto vincitore, 'Oasi climatiche a Udine: spazi urbani per la Salute e il Benessere', ha convinto la giuria per la sua capacità di coniugare adattamento climatico, prevenzione e inclusione sociale, attraverso una rete capillare di 'oasi verdi', 'blu' e 'di socialità', rivolte in particolare a bambini, anziani e persone vulnerabili. Insieme al primo premio, è stato assegnato l'Oscar speciale piccoli comuni al Comune di Alfianello (Brescia), per il progetto 'Salute e benessere: Valori della Comunità', centrato su cronobiologia, stili di vita e coesione sociale in ambito rurale. Hanno poi ricevuto menzioni speciali i Comuni di Cagliari (per 'Spazio Artès', percorso di inclusione attiva per persone con disagio psichico), di Bergamo (per un progetto dedicato agli over 65 e alla longevità attiva) e di Milano (per 'Salute in Comune', che ha portato screening e informazione sanitaria direttamente nei quartieri e nelle feste popolari dei Municipi). "L'Oscar della salute non è un semplice premio, ma un atto politico – conclude Bertolè – E' il riconoscimento del lavoro che i Comuni italiani svolgono ogni giorno per avvicinare la salute alle persone, nei quartieri, nelle scuole, nei parchi. In un momento in cui i sistemi sanitari vivono una crisi di sostenibilità, è dalle città che possono nascere risposte concrete, inclusive e innovative".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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