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Elio Cadei era capace di intendere e di volere

“Elio Cadei, accusato della morte della compagna Simona Simonini avvenuta il 16 novembre 2015 a Provaglio d’Iseo, era ed è capace di intendere e di volere”, afferma la perizia psichiatrica.

L’esito della consulenza chiesta dal giudice delle udienze preliminari e depositata nelle ore precedenti al 2 febbraio al tribunale di Brescia sulla morte di Simona Simonini, 42enne di Provaglio d’Iseo, avvenuta il 16 novembre 2015 nella sua casa, indica chiaramente che Elio Cadei, compagno della vittima e accusato di averla ridotta in fin di vita, era ed è tutt’ora capace di intendere e di volere. Elio Cadei, 45enne, è sottoposto a rito abbreviato con la pesante accusa di aver massacrato di botte Simona: era la tarda mattinata del 16 novembre 2015 quando Cadei chiamò i Carabinieri perché Simona, stesa sul letto nell’appartamento di via Regina Elena, non dava più segni di vita. Secondo l’accusa, sottolineato anche dalla presenza di numerose bottiglie di alcol vuote intorno al letto, i due avrebbero trascorso la notte tra bevute e droga. E lo avevano già fatto in passato. Poi l’uomo si sarebbe scagliato contro la 42enne a calci e pugni. Nelle ore successive aveva detto ai militari che la donna avrebbe mostrato un atteggiamento aggressivo. Poi per lui la situazione indiziaria è precipitata e ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato a condizione di sottoporsi a una perizia psichiatrica. Ora sono arrivati i risultati: Elio Cadei quella sera era “presente” quando ha colpito Simona Simonini. La nuova udienza del processo si terrà il 22 febbraio e l’esito della perizia potrebbe portare il giudice a infliggere una condanna pesante per l’uomo.

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