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Domenica 4 agosto, dopo un trasferimento di oltre 24 ore, su un mezzo climatizzato, dalla Bulgaria sono stati portati all’Aprica due esemplari di orso bruno, per essere ospitati presso l’area faunistica dell’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino. Si tratta di due esemplari adulti di orsi bruni dei Balcani, un maschio e una femmina di 16 e 15 anni, sequestrati dal Governo bulgaro.

Il maschio era stato sequestrato alcuni anni fa ad un circo itinerante che lo deteneva fin da cucciolo, mentre la femmina era stata allevata all’interno di un recinto di pochi metri quadrati, in un centro di allevamento di orsi per essere rilasciato ad uso venatorio. Tenendo conto che un orso in cattività può vivere anche oltre i 30 anni, si è optato per accogliere due esemplari di “mezza età” per evitare che, come capita spesso, rovinino eccessivamente giocando e scavando, come fanno gli orsi giovani, l’area a loro disposizione rappresentata da circa un ettaro di bosco misto di conifere, con un laghetto, pascolo e due grotte artificiali dove potersi riparare, mangiare e trascorrere l’ibernazione invernale. Gli orsi giunti all’Aprica sono stati caricati su un camion 4×4 munito di gru per essere trasferiti in Palabione dove si trova l’area faunistica. Il tutto è avvenuto sotto il controllo di un’équipe di veterinari specializzati che ha seguito gli orsi fin dalla Bulgaria, dove i veterinari si erano recati anche precedentemente per le vaccinazioni e i trattamenti sanitari obbligatori. Le casse di trasporto per orsi sono state collocate all’ingresso delle rispettive tane per far entrare gli orsi. Per un breve periodo gli orsi non potranno essere fatti uscire nell’area a loro disposizione perché devono abituarsi alle loro grotte dove trovare frutta, verdura, carne, pesce e anche miele. Il primo orso che verrà fatto uscire dalla tana, sotto la supervisione dei Veterinari, sarà la femmina, la più sensibile, in modo da consentirle di monitorare con tranquillità l’intera ampia area con laghetto a disposizione. Poi sarà la volta del maschio. I due orsi già si conoscevano, ma “a distanza”, in quanto tenuti all’interno di due recinti adiacenti comunicanti con un cancello aperto solo per brevi periodi per far condividere agli orsi lo stesso spazio.