Processo e condanna in primo grado a Brescia ad un 48enne di Trenzano finito in carcere nel settembre di due anni fa, da un anno e mezzo agli arresti domiciliari, per abuso sessuale a danno di minorenni e maltrattamento sulla figlia, oltre che di spaccio di stupefacente. L’uomo dovrà scontare 7 anni e 4 mesi di reclusione, al netto del futuro processo d’appello.
Il giudice Maria Chiara Minazzato ha accolto solo parzialmente la ricostruzione dei fatti da parte dell’accusa, che peraltro aveva chiesto sei anni e 8 mesi di reclusione ed ha fatto in parte suoi i dubbi dell’avvocato Gianbattista Scalvi, difensore dell’uomo, accusato di aver ceduto droga ed alcol agli amici minorenni della figlia in modo da far perdere loro il controllo e di riuscire ad approfittarne. Secondo gli inquirenti che raccolsero le denunce la casa dell’uomo era diventata teatro di diversi incontri proibiti. Il difensore del 48enne ha chiamato in aula alcuni amici delle vittime. Le loro testimonianze hanno fatto emergere alcune contraddizioni nelle denunce, se non un vero e proprio tentativo di accusare ingiustamente l’imputato. L’avvocato Scalvi ha inoltre evidenziato come all’epoca dei fatti l’uomo e i suoi figli fossero seguiti dai servizi sociali, ma anche che nell’ambito del percorso di cure al quale il suo assistito doveva sottoporsi non fossero emersi né il consumo di alcol, né quello di droga. Il processo non si è chiuso con una sentenza nei confronti del coimputato del 48enne di Trenzano, un giovane accusato di detenzione di droga ai fini di spaccio in concorso con lui. Nel corso delle udienze è emerso come il ragazzo, all’epoca dei fatti, fosse minorenne, ragione per la quale il giudice ha deciso di accogliere l’eccezione di incompetenza funzionale, di dichiararla e di rimettere gli atti al Tribunale dei Minorenni. L’avvocato del 48enne ha annunciato che ricorrerà in appello.