“Dove è che corre, non sarà stanca?/Ma no, solo un poco, molto, non importa” scrive la poetessa polacca Wislawa Szymborska nella poesia Ritratto di donna, uno specchio di tutti quei cliché patriarcali, radicati nella nostra cultura da troppo tempo per essere sradicati con facilità.
Tema quanto mai vivo, soprattutto in occasione dell’8 marzo. Anche la CGIL Valle Camonica Sebino ha voluto trasmettere messaggi e far riflettere, organizzando per la serata di venerdì 12 marzo lo spettacolo teatrale “Jin Jiyan Azadì”. Lo slogan in lingua curda può essere tradotto con “Donna, Vita, Libertà”, un intreccio di parole che sa di promessa, di futuro possibile, di rabbia che diventa amore.
Il protagonista della serata è stato Simone Savogin, attore, autore, narratore. Per ben tre volte campione italiano di Poetry Slam, a Simone piace giocare con le parole, scegliendo con cura sillabe e morfemi ora da accostare, ora da allontanare, come una marea che prima investe e poi si ritrae. Le sue poesie, un gioco di allitterazioni e suoni, inducono a riflettere sulle emozioni e sugli oggetti del vivere quotidiano.
Durante l’evento ha proposto un excursus di letture e chiacchiere sulla donna, partendo da brani e poesie sia suoi che di altri autori.
«Credo sia fondamentale parlare di questi temi-commenta Simone Savogin– perché siamo ancora troppo ancorati ad un modo di pensare e di vedere le donne che non può più appartenerci.»
Una riflessione attuale, oggi più che mai, visto che alle donne è chiesto uno sforzo ulteriore per conciliare il lavoro e la famiglia, con i bambini a casa da scuola. La tendenza a pensare che siano le figure femminili a doversi sobbarcare di tutti gli oneri non è una cosa naturale: è un artificio culturale, che ci è stato introiettato da altri, a loro volta inconsapevoli. È sempre stato così, ma ciò non vuol dire che sia giusto.
Maria Ducoli