Un racconto personale, una testimonianza potente, una riflessione collettiva. Domenica 27 aprile alle ore 17:00 presso la Fondazione Serughetti La Porta, il Partito Democratico di Bergamo, in collaborazione con CGIL Bergamo, organizza un incontro pubblico con l’autore SiMohamed Kaabour per la presentazione del suo libro “Sono italiano, lo giuro”. Un’opera che affronta i temi dell’identità, della cittadinanza e dell’italianità dal punto di vista delle nuove generazioni con background migratorio.
Ad aprire l’incontro sarà Alessandro De Bernardis, segretario cittadino del PD, che sottolinea:
“È importante parlare del referendum sulla cittadinanza a partire dalle vite reali, dalle esperienze di chi questo tema lo vive ogni giorno. Il mondo progressista ha sempre creduto nella necessità di affrontare la questione in modo serio, costruttivo e umano, a differenza della destra populista che ha preferito alimentare paure e divisioni. Il Partito Democratico è in prima linea per promuovere una discussione sana e inclusiva.”
A dialogare con l’autore sarà Annalisa Colombo, della segreteria provinciale CGIL con delega a welfare e immigrazione, che evidenzia come Bergamo sia già una città plurale:
“Viviamo ogni giorno una realtà fatta di convivenza e condivisione, a volte in modo inconsapevole. Ma cosa significa oggi diventare cittadine e cittadini italiani? Qual è il senso dell’inclusione e dell’appartenenza? L’incontro sarà un’occasione per riflettere su questi interrogativi insieme all’autore.”
A moderare l’incontro sarà anche Viviana Valastro, segretaria del Circolo 5 del PD e esperta di politiche per la coesione sociale, che sottolinea l’importanza del momento politico:
“Il referendum dell’8 e 9 giugno rappresenta un’occasione storica per riconoscere pienamente storie come quella di Kaabour. Il suo percorso non deve essere un’eccezione, ma la norma in una società giusta e coesa. Da queste storie dobbiamo trarre ispirazione per rafforzare il nostro impegno sul territorio.”
Le conclusioni saranno affidate a Silvia Gadda, consigliera comunale e delegata alla cultura del PD Bergamo, che richiama il cuore della proposta politica:
“Parlare di cittadinanza significa parlare di giustizia. Ridurre i tempi da 10 a 5 anni non è un favore a qualcuno, ma un atto di verità verso chi già contribuisce al nostro Paese. Come dice Papa Francesco: il bene genera bene. Con il referendum possiamo scegliere che tipo di società vogliamo: una che include e si prende cura, o una che esclude.”