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Oh tentatrice!
Immaginiamoci un salotto, alla Gozzano, con un piano verticale: seduta davanti alla tastiera una giovane donna, accanto il suo conturbante maestro. Lei è Elvira, lui Giacomo. L’allieva è la moglie di Narciso Geminiani, commerciante, teatrante per diletto. Ha venticinque anni, è alta, portamento altero, occhi neri. Occhi “pieni di malia” a cui Giacomo, focoso ventisettenne, non si sottrae, né in quell’occasione né nelle numerose successive. Puccini era sensibilissimo alla bellezza femminile e nell’amore ha sempre cercato il fuoco che metteva in moto la sua immaginazione. Un fuoco che solo le donne potevano accendere. Questa è una delle versioni che hanno ricostruito gli storici dell’incontro fatale. Giacomo, che è in procinto di spiccare il volo per il regno dell’arte, è uno squattrinato. Subito l’amore diventa passione. “Perché l’amore è duro come la morte/ il desiderio spietato come il sepolcro”, recita il Cantico dei Cantici. Scrive Elvira a Giacomo in una lettera del 3 ottobre 1885. Entrambi in quel momento abitano a Lucca:
Adorato Giacomo
Sono appena quattordici ore che sei lontano da me, e già mi sembra un secolo – Ieri sera passai una serata delle più infami, specialmente dalle 24 a un’ora di notte io credeva assolutamente di divenir pazza, io non so spiegarmi cosa tu mi hai fatto per farti desiderare in questo modo. Se fossi superstiziosa crederei davvero che tu mi avessi ammaliata, con il mio scetticismo però non vi posso credere.
Nel 1886 Giacomo, che ha già nella sua faretra il grande successo di Le Villi, si trasferisce per la seconda volta a Caprino nell’osteria dei coniugi Rubini, situata nella frazione di Sant’Antonio d’Adda, trovata dall’amico Ferdinando Fontana, librettista dell’opera-ballo di Puccini in cui il sinfonismo alla Wagner entusiasma il pubblico. Il successo ottenuto il 31 maggio 1884 al Teatro dal Verme di Milano convince l’editore Ricordi a commissionare subito a Puccini e Fontana una seconda opera, Edgar.
A Caprino vi è anche Elvira che ha lasciato a Lucca il marito e il figlio Renato, nato l’11 novembre 1885, portando con sé la primogenita Fosca. Un gesto di grande coraggio che sfida le convenzioni sociali del tempo. Come fece due mila anni prima la bella Elena cantata da Saffo nella poesia La cosa più bella.
“È nota a tutti questa verità:/Elena, la più splendida creatura, /lasciò il marito, ottimo fra gli uomini, /senza pensiero//per la figlia né per i genitori/e alla città di Troia andò per mare/tanto l’aveva Cipride sconvolta di folle amore”.
I due amanti si trasferiscono a Monza dove, in una casa di ringhiera in corso Milano, nasce il 23 dicembre 1886 Antonio, detto Tonio. Siamo in piena Bohème: il freddo si taglia con il coltello in quella casa dove, come scriverà Giacomo in una lettera, per scaldarsi dormivano in quattro nello stesso letto. La penuria di soldi costringe Giacomo a ritornare a Lucca in famiglia ed Elvira a farsi ospitare dalla sua a Firenze. Come sentiremo dalle lettere che leggeranno Diego Bonifaccio e Maura Mandelli, gli anni della separazione furono duri per Giacomo che non ottenne il successo sperato con la sua opera Edgar, ma aveva intorno molti amici e il sostegno di una casa editrice importante che aveva scommesso sul suo talento; per Elvira furono terribili: aveva addosso gli occhi accusatori delle famiglie Puccini e Bonturi per la sua condotta riprovevole. Ramelde si era addirittura rifiutata di ricevere il fratello Giacomo perché accompagnato dal bastardo Antonio. In una lettera da Firenze Elvira scrive: “Ho ricevuto la tua lettera, desidero però ancora chiarimenti del come aggiusterai questo povero Toniotto”. Inoltre girava intorno il furibondo Narciso, primo marito, chiamato nelle lettere il Mago, che i due amanti temevano. Solo dopo il successo di Manon Lescaut, la cui prima avviene a Torino nel 1893, Puccini potrà acquistare la casa a Torre del Lago, vicino a Viareggio, dove sarebbe andato ad abitare con Elvira; ma la felicità di stare insieme, aspettata per circa dieci anni, non sarebbe dilagata nel loro nido d’amore! Troppo solitario e selvaggio per Elvira che amava la mondanità.
La corrispondenza tra Elvira e Giacomo, costretti a vivere separati, ci racconta senza veli la loro intesa, la loro passione che dura molti anni e favorisce la creazione di una lingua di coppia fatta di tenerezze e di erotismo, a partire dai soprannomi Topisia, Topisietta e Topisio. Ci dice anche i disaccordi, le liti della successiva vita in comune dovuta alla spigolosità dei loro caratteri.
Il lavoro paziente e rigoroso della curatrice Maria Chara Bertieri ci disvela non solo la nota gelosia di Elvira, ma ci aiuta anche a capire meglio il suo carattere. Mentre gli studiosi hanno sempre sottolineato la sua incultura, Maria Chiara Bertieri spezza una lancia a favore dell’antipatica Elvira che, per Giacomo, è la casa, certo percorsa da molti venti tempestosi, eppure Puccini vi è sempre ritornato, dopo avere detto adieux ai suoi amori. Del resto come avrebbe potuto lasciarci Manon, Mimì, Tosca, Butterfly, Turandot se non avesse dato del tu all’amore?
L’incontro programmato per domenica 9 febbraio non è da perdere assolutamente. Gli appassionati frequentatori della Letture bergamasche troveranno ad attenderli la studiosa Maria Chiara Bertieri, il musicologo Paolo Fabbri, nonché i fini dicitori Diego Bonifaccio e Maura Mandelli. L’incontro sarà, come sempre, coordinato da Mimma Forlani.
Anche questa presentazione come tante altre da 16 anni a cui avete partecipato è organizzato dalla Associazione Per voi A.p.s. Ente Terzo Settore iscrizione R.U.N.T.S. rep. n. 39622 a cui puoi donare Il 5 per mille, il tuo contributo ci aiuterà a realizzare i progetti e gli eventi che propone gratuitamente. Il 5 per mille è simile all’8 per mille e non lo sostituisce, si può decidere di destinare sia l’8 per mille che il 5 per mille. Se decidete di donare il 5 per mille alla Associazione Per voi A.p.s. non è una imposta in più da pagare se non scegliate a chi destinare il 5 per mille rimane comunque allo Stato non ti è restituito. Tutti possono destinare il 5 per mille con la dichiarazione dei redditi, sul modello 730, sull’Unico o con il CUD. Devi solo firmare nello spazio riservato alle Onlus (in alto a sinistra) e inserire il codice fiscale della Associazione Per Voi A.p.s. che è 95086940160