Diesel Euro 5, scatta il conto alla rovescia per lo stop

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(Adnkronos) – Sembrava una bufala, e invece è tutto vero: a partire dal 1° ottobre 2025 anche le auto diesel Euro 5 non potranno più circolare in quattro regioni italiane, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il provvedimento riguarda oltre un milione di veicoli. Lo stop alla circolazione delle auto diesel Euro 5 era già stato approvato da tempo, ma solo nelle ultime settimane è tornato al centro dell’attenzione mediatica, complice l’avvicinarsi della sua entrata in vigore. L’obiettivo è chiaro: abbattere le emissioni inquinanti in alcune delle principali città italiane. A farne le spese, però, saranno gli automobilisti che, nei comuni interessati, non potranno circolare nei giorni feriali, dalle 8:30 alle 18:30, fino al 15 aprile 2026. Eppure, le auto diesel Euro 5 non possono certo considerarsi obsolete. I circa 1,3 milioni di esemplari attualmente in circolazione in Italia sono stati immatricolati tra il 2009 e il 2015. Una scelta che rischia di provocare un'impennata nei prezzi dell’usato e un conseguente adeguamento al rialzo anche nei listini delle auto nuove. Sulla questione è intervenuta anche Federcarrozzieri, che ha definito lo stop un vero e proprio “tsunami per il mercato dell’automotive”.
 Secondo il Presidente Davide Galli: “Si tratta di una situazione che ora si traduce in un danno economico enorme per gli automobilisti, costretti a scegliere tra l’acquisto di una nuova vettura o il lasciare l’auto in garage. A fronte di misure così restrittive per la libertà di circolazione, il governo deve riconoscere incentivi e sussidi a chi passa a un’auto ecologica, per compensare un evidente squilibrio che rischia di sfociare anche in contenziosi legali contro le amministrazioni locali”.
 La decisione trova origine anche in una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che nel 2020 ha condannato l’Italia per il superamento sistematico dei limiti di inquinamento da PM10.  I valori di particolato, in città come Roma, Milano, Torino e Napoli, superavano abbondantemente le soglie stabilite. Secondo la Commissione Europea, nel 2022 diverse zone del Paese, in particolare proprio le quattro regioni coinvolte dal nuovo provvedimento, hanno ancora registrato sforamenti nei limiti giornalieri sulla qualità dell’aria. Da qui l’avvio della nuova stretta sulla circolazione. Tra le regioni che hanno adottato le misure più severe, spicca il Veneto, dove lo stop ai diesel Euro 5 sarà attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette. In Lombardia il blocco sarà limitato ai giorni feriali, dalle 7:30 alle 19:30, mentre in Piemonte ed Emilia-Romagna il provvedimento avrà carattere stagionale. Per chi violerà i divieti sono previste sanzioni da 168 a 679 euro e, nei casi più gravi, la sospensione della patente da 15 a 30 giorni.  Per rispondere, bisogna fare un passo indietro. I primi veicoli omologati Euro 0 risalgono agli anni ’90. Da allora, grazie all’evoluzione tecnologica e alle normative europee sempre più stringenti, i costruttori hanno progressivamente ridotto le emissioni dei nuovi modelli. Oggi, in molte regioni italiane, le auto diesel Euro 0, 1, 2 e 3 sono già bandite dalla circolazione. Da circa due anni, in alcune aree del Nord Italia, lo stop è scattato anche per i diesel Euro 4.  Rispetto alle più moderne Euro 6, emettono una quantità sensibilmente maggiore di ossidi di azoto (NOx) e particolato, sebbene siano dotate di filtro antiparticolato. In termini concreti, un diesel Euro 6 produce fino all’80% in meno di NOx rispetto a un Euro 5. Secondo il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, si tratta tuttavia di una vera e propria follia europea: “La transizione va accompagnata, non va imposta. Sto lavorando ad un emendamento al decreto Infrastrutture per scongiurare il blocco”.
 —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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