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Derubricato il caso del traffico rifiuti

Il pubblico ministero ha chiesto al giudice di derubricare il reato di traffico di rifiuti in “gestione non autorizzata” per Roberto Montini, imprenditore di Sabbio Chiese, il figlio Nicholas Montini, Rudi Tonni, Floriano Borra, Angelo Carugati e Maurizio Visinoni nel novembre 2016.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, accreditata dal giudice che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare, i sei arrestati e altri sei indagati a piede libero, avevano dato vita ad un’associazione per delinquere finalizzata alla cessione a diverse acciaierie bresciane di rifiuti pericolosi, dissimulati fraudolentemente e venduti come rottame di ferro. «Il rifiuto meno lo tratti e più guadagni» era una delle tante frasi intercettate durante le telefonata tra alcuni degli indagati e finita agli atti dell’inchiesta. Un quadro che non coincide con quello tracciato dal pm che rappresenta oggi l’accusa in aula e che a distanza di quasi tre anni, ridimensiona il caso. Ora l’ultima parola sulla richiesta di modificare il capo di imputazione spetterà al giudice dell’udienza preliminare Luca Tringali. In aula hanno discusso i difensori dei sei principali coinvolti che hanno sposato la linea dell’accusa, sostenendo però, a differenza del sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia, che il reato possa al massimo essere punito con un’ammenda. Il processo è stato aggiornato al prossimo 27 giugno.

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