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I consulenti della Procura di Brescia hanno depositato le risultanze della lunga perizia condotta in seguito alla morte di Simona Simonini, la 42enne di Provaglio d’Iseo trovata morta nella sua casa di Borgo Zurane vicino al capoluogo lo scorso 17 novembre.

Secondo i periti, Simona sarebbe morta per asfissia da strozzamento dopo essere stata presa a calci, pugni e morsi. L’allarme venne dato dal compagno Elio Cadei di 56anni, arrestato dai carabinieri di Iseo e Chiari subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Simona, nella tarda mattinata di lunedì 17 novembre, tra l’incredulità, il dolore, lo sgomento e la rabbia rassegnata dei vicini di casa che sentivano spesso urla provenire dall’abitazione della coppia. Agli inquirenti giunti sulla scena di quello che si presentava come un delitto non quadravano molti elementi: il corpo di Simona non presentava ferite da arma da fuoco né da taglio, ma sulla scena c’era sangue ed il suo volto era tumefatto. C’erano gli elementi per pensare ad un’aggressione, ma il compagno Elio Cadei, assistito dall’avvocato Gianfranco Abate, ha sempre dichiarato di non ricordare nulla. La sera prima, ha detto agli inquirenti, avevano bevuto assieme ed avevano assunto psicofarmaci. Quando si era svegliato attorno alle 11.30 il corpo di Simona era senza vita. L’autopsia eseguita nelle immediate ore successive al decesso non aveva stabilito con esattezza la causa della morte. Ora però le indagini necroscopiche più approfondite hanno portato i periti consulenti del pubblico ministero a stendere una relazione che indica come la causa del decesso della donna sia da identificarsi in frattura delle ossa nasali con focali aree di emorragia. La donna al momento del decesso era sotto influenza di alcol e antidepressivi che possono rendere conto di uno stato di minor lucidità e capacità di reagire a insulti esterni, come riferiscono i medici. Le lesioni di natura contusiva sul cadavere – aggiungono – sono dovute a calci, pugni e morsi, mentre le lesioni al collo sono compatibili con una violenta costrizione manuale. Stando alle analisi effettuate su Elio Cadei, al momento dell’arresto, l’uomo aveva in corpo un’elevata quantità di alcol e antidepressivi collocabile il tutto anche a tre giorni prima del delitto. Vi è un’alta probabilità che il cuore di Simona abbia cessato di battere attorno alle 21.30 di sabato 15 novembre. Ora l’indagine è chiusa: come unico indagato vi è Elio Cadei che non ha mai cercato di fuggire e che, anzi, all’arrivo dei carabinieri da lui stesso chiamati nella tarda mattinata di lunedì 17 novembre era già pronto con la borsa ore essere arrestato e portato in carcere.