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denuncia bracconaggio

Denunciati per bracconaggio padre e figlio (VIDEO)

Da troppo tempo impuniti, due cacciatori di Pradalunga, padre e figlio con regolare licenza di caccia, non si aspettavano di certo lo scorso venerdi sera di trovarsi di fronte gli Agenti della Polizia Provinciale di Bergamo e le Guardie venatorie/zoofile del WWF Italia, fianco a fianco in un servizio congiunto antibracconaggio appositamente predisposto.


Gli Agenti appostati nel buio alle pendici del Monte Misma, intercettavano e bloccavano i bracconieri armati di fucili cal.12 caricati a pallettoni e con visore luminoso, mentre erano intenti a cacciare caprioli e cinghiali nella riserva naturale regionale e Oasi WWF di di Valpredina, tutelata anche come Oasi di Protezione della fauna istituita dalla Provincia di Bergamo, tra i comuni di Pradalunga e Cenate Sopra.
E’ grazie al regime di protezione di questi bellissimi boschi sulle pendici del Misma che infatti trovano rifugio centinaia di specie rare, tra cui gli animali liberati dopo le cure del C.R.A.S., centro di recupero degli animali selvatici feriti, gestito qui dal WWF.
Colti in flagranza di reato, i due uomini non potevano opporre resistenza.
Per appurare l’entità della condotta – insospettiti dalla sicurezza con cui i due bracconieri si erano mossi nella riserva naturale, che denotava conoscenza dei luoghi e dunque abitualità – gli Agenti si attivavano immediatamente per la perquisizione di una cascina poco lontano, da dove gli stessi erano giunti.
All’interno dell’edificio rurale, fucili e munizioni adatte ad abbattere avifauna protetta; tra l’altro le armi risultavano detenute senza le adeguate cautele di custodia.
Da lì la perquisizione si spostava alle abitazioni dei due e alle relative pertinenze dove sono emersi i frutti dei reati contestati: la pelle di una femmina di capriolo da poco scuoiata, crani e carne congelata di capriolo e cinghiale, oltre a 150 uccelli abbattuti tra i quali specie protette e particolarmente protette; gli accertamenti tecnici ancora in corso permetteranno di determinare compiutamente le specie a cui certamente appartengono (frosoni, fringuelli, pettirossi ecc.).
E’ inoltre emersa la detenzione illegale di munizionamento a palla (in quanto non denunciato) e la presenza di un fucile occultato sotto un tetto esterno all’abitazione.
Tutte le armi e il relativo munizionamento, la carne di ungulati e gli uccelli congelati sono stati sequestrati e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in relazione ai reati ipotizzati, che spaziano dall’introduzione di armi in area di riserva naturale, all’esercizio di caccia in zone di divieto, in giorno di silenzio venatorio e nelle ore notturne, arrivando alla detenzione illegale di munizioni e alla mancata custodia di armi da fuoco.
Gravissima la ferita inferta all’area protetta, si tratta di reati particolarmente gravi in materia di armi e di attività venatoria, ma grazie al blitz antibracconaggio le competenti Autorità di Pubblica Sicurezza – Questura e Prefettura – potrebbero emettere a carico dei due soggetti provvedimenti di diniego della licenza di caccia e di detenzione di armi e munizioni.
“Ci costituiremo parte civile contro gli autori di questi veri e propri #criminidinatura”, dichiara la Delegata per la Lombardia del WWF Italia, avv.Paola Brambilla, che aggiunge
“… quanto scoperto dimostra che cacciatori e bracconieri spesso sono la stessa cosa: mi auguro che le Associazioni venatorie, in primis quelle bergamasche, condannino duramente i fatti, espellano i due e si costituiscano parte civile”.
Inoltre dichiara: “…quei cacciatori che vanno sotto il Pirellone a manifestare dicendo che loro votano e gli animali no, se sono come questi due il voto dovrebbero proprio vederselo revocare a vita…perché è degno di votare solo chi rispetta le leggi, dello Stato e della natura. Qui sono violate entrambe”.
Questi positivi risultati di contrasto ad attività illecite a danno della fauna e dell’ambiente si possono raggiungere quando i cittadini non restano indifferenti a ciò che accade al proprio territorio, operando attivamente con le Istituzioni.
E’ stata poi la proficua collaborazione tra il Nucleo Ittico Venatorio della Polizia Provinciale di Bergamo e le Guardie Volontarie WWF, che ha permesso la buona riuscita di questa operazione antibracconaggio, dimostrando – se ce ne fosse bisogno – che la professionalità ad oggi acquisita dal personale di questo Servizio di Polizia Provinciale non deve essere disperso, o peggio ancora ulteriormente ridimensionato, da parte di Regione Lombardia.
Anche perché l’Unione Europea ha chiesto all’Italia l’adozione di un Piano d’azione contro il bracconaggio, che prevede anche il rafforzamento dei controlli, specie nelle aree protette.

 

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