Archiviato nel modo peggiore il processo di secondo grado, con la conferma della condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti guarda ora alla Cassazione per scongiurare che il carcere a vita diventi per lui un verdetto definitivo. Esauriti i giudizi di merito, i difensori del muratore di Mapello potranno proporre davanti alla Suprema Corte solo questioni di legittimità, denunciando eventuali violazioni delle norme sulla giurisdizione con l’obiettivo di arrivare alla cancellazione della sentenza di secondo grado e – se non proprio all’assoluzione di Bossetti – almeno, ad una sentenza di annullamento con rinvio, cioè un processo d’appello-bis.
Tenuto conto delle posizioni espresse nel processo di primo grado a Bergamo e di secondo grado a Brescia e delle argomentazioni esposte dai difensori di Bossetti nelle loro arringhe, e, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza di secondo grado, sono almeno tre le “carte” che la difesa di Bossetti potrà giocarsi in Cassazione:
1) ILLOGICITA’ NELLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Se la sentenza fosse motivata con evidenti illogicità o contraddittorietà del ragionamento prospettato dalla Corte per ricostruire i fatti e arrivare all’affermazione di responsabilità di Bossetti, la difesa potrà censurare la sentenza stessa. Potrà anche denunciare l’eventuale omessa motivazione su questioni decisive prospettate.
2) NULLITA’ O INUTILIZZABILITÀ DI ATTI – Se i difensori avessero eccepito nullità o inutilizzabilità di singoli atti – in particolare legati all’accertamento del profilo genetico di Bossetti – potrebbero farne oggetto di specifico motivo di ricorso per inosservanza delle norme processuali.
3) MANCATA ASSUNZIONE DI UNA PROVA DECISIVA – E’ l’aspetto che merita maggiore attenzione, per la peculiarità del caso: potrebbe essere rappresentato dalla mancata assunzione di una prova decisiva a discarico (cioè a favore di Bossetti), in relazione alla richiesta avanzata dalla difesa di effettuare una nuova perizia sul Dna ritrovato sulla vittima e attribuito a Bossetti. Sotto tale profilo – se le argomentazioni fossero ritenute fondate dalla Suprema Corte – la sentenza verrebbe censurata in base alla norma che espressamente disciplina la “mancata assunzione di una prova decisiva” a discarico.