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Dal ferro al legno: la valle di Scalve ci prova

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Finita l’epoca delle miniere torna protagonista l’ambiente

La Val di Scalve si prepara a diventare La Vale del Legno, iniziativa che coinvolgerà il pubblico lungo tutto il 2025 , attraverso eventi e itinerari tematici,l in un percorso di scoperta attraverso epoche, saperi e forme d’arte. Promosso e coordinato da Promoserio nell’ambito di Serio Art – tavolo operativo  che si occupa di valorizzare e promuovere il patrimonio artistico-culturale di Val Seriana e Val di Scalve – Le Valli del Legno nasce con la finalità di celebrare il legno non solo come materiale, ma come parte integrante della cultura e dell’identità del territorio e di promuovere storia, arte e artigianato locale

Un bel salto che impone un punto di osservazione ben diverso da quello finora considerato. La Valle di Scale è sempre stata abbinata alle miniere di ferro. Al tempo dei romani questa valle non interessava certamente per le bellezze del paesaggio, ma era conosciuta principalmente a causa di una caratteristica che agli antichi interessava ben più: la grande presenza di ferro. I Romani furono i primi ad avviare l’estrazione mineraria che tanto segnerà nel corso dei secoli la Val di Scalve. Poi fu la volta dei Longobardi, del Sacro Romano Impero e di una serie di passaggi di mano e di feudo che ebbero come esito ultimo il sollevamento della popolazione scalvina: Ci fu un periodo in cui gli scalvini, per non perdere i propri privilegi chiesero l’annessione  della repubblica veneta. La situazione cambiò nuovamente negli anni Trenta del Novecento, quando la politica autarchica del governo fascista e la richiesta di acciaio per gli armamenti spinse le grandi società siderurgiche nazionali a rivalutare la zona

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, però, le miniere tornano a languire. Chiudono i siti estrattivi al passo della Manina, chiude il forno fusorio di Dezzo e la lavorazione del materiale viene spostata nel Milanese. Infine, nel 1972, chiudono definitivamente anche le miniere di Schilpario e della Presolana Del passato minerario scalvino oggi rimangono ricordi, racconti, cunicoli sotto le montagne. Rimane anche la possibilità di visitare le miniere di Schilpario, oppure la  visita all’ecomuseo delle Miniere di Colere, sito nelle vecchie laverie, cioè l’edificio dove il ferro proveniente dalle miniere in Presolana veniva lavato, il museo è una importante testimonianza del passato minerario della Val di Scalve. Racchiude oggetti d’epoca, fotografie e minerali..

Oggi i quattro paesi della Val di Scalve e le loro frazioni sono territori di villeggiatura, vacanza, escursionismo in estate e sci alpino in inverno. L’abbandono delle miniere ha portato in passato molta gente a emigrare e a cercare lavoro altrove, ma oggi la tendenza sta cambiando grazie alla valorizzazione dell’ambiente, delle pinete, dei sentieri e delle passeggiate

Si prova a conquistare il turista con il Tour gastronomico dei sapori scalvini. Oltre alle “creste scalvine” (ravioli la cui forma richiama le creste montane che circondano la valle), da provare senza dubbio i licheni con le patate e la spalla di Schilpario, insaccato dal gusto saporito che si mangia con la polenta. Immancabili anche i formaggi locali, come la Formagella Scalvina o il Nero della Nona.

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