Dopo il fermo della scorsa edizione, resa impossibile dall’imperversare dell’emergenza pandemica, dal 1 al 12 maggio 2025 tornano i “Festoni di Roccafranca”, immancabile momento di fede e divertimento per il paese bresciano e per il suo territorio a cadenza quinquennale.
Evento che vanta una storia secolare, è nel 1696, come segnalato dal diario dell’allora parroco don Giovanni Pietro Zopetti, che si tiene la prima edizione di una festa cittadina in onore dei martiri Vincenzo, Vittorino e Chiara. Le loro reliquie, rinvenute nella catacomba di Calepodio a Roma, erano state portate l’anno prima in paese. Il programma, ricco di celebrazioni religiose, prevedeva però momenti di gioia “laica”, con bancarelle, giocolieri e ospiti provenienti da tutti i centri del circondario. Fino al 1715 le fonti tramandano notizie della festa, che si teneva ogni anno all’inizio di maggio. Cala però il silenzio almeno fino alla metà dell’800, quando i Festoni continuano a svolgersi, ma a cadenza quinquennale. Dopo più di trecento anni di storia, i Festoni di Roccafranca continuano ad essere un imprescindibile appuntamento per l’identità del paese e dei suoi abitanti.
Da quest’anno, grande novità, i Festoni di Roccafranca hanno stretto un “gemellaggio” con la Festa di Santa Croce di Monte Isola – che vede come principale protagonista il centro di Carzano –, ricorrenza con cui vantano innumerevoli punti di contatto: l’idea di realizzare arcate decorate con elementi vegetali e fiori di cartapesta realizzati a mano, l’unione tra una festa religiosa e un’occasione per divertirsi come comunità, e, infine, il desiderio di costruire reti virtuose di collaborazione che possano creare sinergie tra i territori, tutelando tradizioni secolari e alcuni elementi essenziali del “mosaico” identitario locale.
Il commento del sindaco di Roccafranca Marco Franzelli
I “Festoni” sono per la comunità di Roccafranca un momento fondamentale, una tappa che ha un sapore antico, misterioso e, perché no, anche addolcito da qualche sentore di nostalgia.
L’edizione 2020 dei Festoni venne annullata a causa dell’imperversare sempre più massiccio e minaccioso della pandemia da Covid-19. Benché sia difficile – e a buon diritto – sentire ancora sulla propria pelle quel dolore, quell’apprensione, quel timore che riempiva i cuori di tutti i nostri concittadini mentre restavamo assiepati dinanzi al televisore in attesa di notizie più confortarti sull’evolversi del morbo, oggi abbiamo voluto rendere immortale una storia che vuole essere anzitutto monito di rinascita. Cinque anni orsono, come Amministrazione da poco entrata in carica, ci eravamo promessi di pensare ad un nuovo modo di intendere questa festa così essenziale per l’identità del paese che eravamo stati chiamati a guidare, di individuare delle strategie innovative di promozione sul territorio per renderla ancora più apprezzata e partecipata e, perché no, cogliere il meglio che la tradizione aveva saputo consegnarci e continuare a rendere questo appuntamento sempre più attuale, senza mai dimenticarne o snaturarne natura e valori intrinseci. Oggi, possiamo dire di aver fatto del nostro meglio affinché ciò si realizzasse, affinché la festa dei santi compatroni Vincenzo, Vittorino e Chiara continuasse a dare vigore e stimolo alla comunità cristiana di Roccafranca e fosse occasione di gioia, divertimento e svago nell’ormai pieno fiorire della primavera.
Fede, cultura, promozione delle eccellenze territoriali, serate di musica, convegni di approfondimento e tanto altro hanno contribuito a creare la cornice perfetta per un’edizione a lungo attesa e che, nei nostri intenti, vedrà proprio i nostri concittadini e gli ospiti del territorio come veri protagonisti.
Sono sinceramente grato al nostro parroco, don Gianluca Pellini, perché pastore attento, meticoloso e perfetto interprete della missione aggregatrice che è connaturata al suo magistero. Senza di lui sarebbe stato impossibile trovare la giusta sintesi tra “sacro e profano” che, da sempre, ha reso i nostri Festoni un appuntamento amato dalla nostra cittadinanza.
Infine, mi sia concesso un ringraziamento corale a tutti coloro che, a vario titolo, hanno speso tempo ed energie per rendere questa festa possibile: senza di loro, senza la “comunità”, nulla esisterebbe. E di questo, come Sindaco di Roccafranca e prima ancora come fiero roccafranchese, sono profondamente orgoglioso.
Il commento del parroco di Roccafranca don Gianluca Pellini
I Festoni sono parte integrante della identità parrocchiale del nostro paese. Roccafranca, del resto, oltre ai suoi Patroni, Santi Gervasio e Protasio, vanta anche tre illustri compatroni – i Santi Vincenzo, Vittorino e Chiara –, ai quali la nostra comunità di fedeli s’è sempre mostrata particolarmente affezionata.
Festa di gioia, di divertimento, appuntamento atteso da molti, i Festoni nascono come una ricorrenza dal forte portato religioso e devozionale, ed è per me e per tutti i collaboratori della nostra Parrocchia un grande orgoglio trovarci oggi, nell’età del relativismo imperante e della spersonalizzazione del singolo, a celebrare questa ricorrenza quinquennale. Un esempio pressoché unico nel panorama del nostro territorio, capace di farsi interprete del migliore spirito di umiltà e laboriosità del nostro popolo.
Da quando sono divenuto parroco di questa comunità, nel 2020, ad oggi molto è cambiato: in quei terribili momenti di paura e apprensione, fummo obbligati a rassegnarci all’idea che “I Festoni non s’hanno da fare”, parafrasando Manzoni, dandoci appuntamento alla prossima edizione, a questa edizione, che grazie all’impegno corale di volontarie e volontari costituirà un vero “nuovo inizio” per la storia dei Festoni di Roccafranca. La mia riconoscenza va soprattutto a loro: un insieme di donne e uomini, madri e padri di famiglia, tra cui anche molti giovani, che hanno voluto dedicare tempo ed energia per donare alla nostra comunità momenti di gioia e divertimento, interpretando al meglio quello spirito di solidarietà e di amore che anche il Santo Padre ci invita ogni giorno a investire in favore del prossimo. Devo ringraziare anche l’Amministrazione Comunale e tutti gli Uffici municipali che hanno dato il loro fattivo contributo affinché ogni tassello fosse collocato al posto giusto.
Questi Festoni, “i Festoni della rinascita”, desidero divengano per ognuno occasione per riscoprire la bellezza del sentirsi comunità, del fare rete, dell’essere orgogliosi di appartenere ad una “comunione” che trova il suo fondamento più intimo nei valori cristiani di cui questa festa si fa eccellente testimone.