Non è un luogo preciso, è piuttosto la moltiplicazione di una serie di posti in continuo mutamento, che coincidono con la possibilità di finire da una parte o rimanere dall’altra. La frontiera è una terra di mezzo e chi l’attraversa un’anima affannata. E spesso anche affamata.
I confini e le migrazioni – soprattutto quelle forzate – sono al centro del festival Limites. Voci dai confini dell’Europa, organizzato dall’associazione K-Pax e dal Comune di Cedegolo e gruppo giovani Anpi di Vallecamonica, con la collaborazione di Cgil Vallecamonica-sebino, Acli Vallecamonica, Ass. Casa Panzerini, Musil, ass. Lungo la Rotta Balcanica e Comunità Alloggio Casa Giona di Breno, all’interno di Abbracciamondo festival 2021. Dal 1 al 4 settembre il Musil di Cedegolo diventa un frammento di rotta balcanica, prima con la mostra Panta Rei che raccoglie immagini e documenti di cammini tortuosi, e poi con lo spettacolo teatrale Welcome, la tavola rotonda L’Europa dei confini e il concerto degli Alexian Group.
La riflessione sulle migrazioni abbraccia quindi forme e linguaggi diversi, con lo scopo di affacciarsi alla finestra e guardare oltre il proprio orto.
Il tema della rassegna è quanto mai attuale. «La crisi afghana si interseca perfettamente con il tema delle migrazioni forzate e con ciò che succede nei Balcani. In questi giorni abbiamo parlato molto dei profughi e moti di accoglienza sembrano aver raggiunto quasi tutti, ma da anni ci sono moltissimi cittadini afghani vittime di respingimenti o bloccati alle frontiere» commenta Carola Rizzi, organizzatrice del festival. L’attenzione mediatica nei confronti della situazione afghana è elevatissima in queste ultime settimane, giorno dopo giorno andrà via via sciamando e tra un mese le prime pagine dei quotidiani saranno occupate da altro. È così che funziona: quando un evento smette di fare notizia lo si getta nel dimenticatoio. Peccato che non sia solo un’informazione, ma che dietro a questa ci siano vite umane. K-pax continua a guardarle, d’altronde non aveva mai smesso. «La solidarietà passa anche per la partecipazione e la divulgazione di questo tipo di eventi. Oltre agli aiuti materiali è indispensabile chiedere, informarsi e condividere. Perché non sappiamo tutto» continua l’operatrice di K-pax.
Limites porta le voci e le testimonianze di chi ha calpestato quei confini d’Europa di cui non si parla spesso. E se il limite è per definizione una linea che separa due territori, in questo caso non è più un margine ma il cuore vero e proprio delle migrazioni. Il punto di non ritorno, la falesia da cui devi decidere se buttarti o meno. È importante conoscere le frontiere, perché ci rappresentano: siamo noi con il confine tra il nostro pensiero e le nostre azioni. Solo conoscendolo possiamo rivoluzionarlo e rivoluzionarci ogni giorno.
Maria Ducoli