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tuffo nel lago

Crisi idrica, iniziativa del nostro giornale per non far mancare la voce del lago in Regione

Una stagione invernale avara di precipitazioni nevose. Uno studio del Cnr rivela come sull’intero arco alpino l’anno in corso è il terzo in assoluto per scarsità di accumuli nevosi. Ma basta girare lo sguardo verso le vette per rendersi conto che siamo in presenza di una stagione anomala
Secondo Arpa, il manto sulle montagne lombarde è attualmente circa il settanta per cento sotto la media, mentre il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi risulta del 54 per cento inferiore.
La neve si trasforma in riserva idrica vera quando cade a inizio stagione e diventa ghiaccio; quella tardiva ha un tempo di permanenza inferiore e diventa subito acqua, senza costituire un bacino per l’estate.
La preoccupazione c’è. E riguarda anche il mondo agricolo: non piove da ben due mesi e, come fanno notare le Associazioni di categoria, le riserve idriche, negli invasi e nel manto nevoso in quota, che dovrebbero accumularsi in inverno per poi essere impiegate durante l’estate, sono ai livelli di guardia.
E Confagricoltura Brescia mette le mani avanti chiedendo un confronto a Brescia, prima provincia agricola in Italia, sulle peculiarità e sulle criticità del nostro territorio. E viene chiesto un tavolo urgente da convocare al Pirellino a Brescia con la Regione, i consorzi di bonifica e gli enti regolatori dei laghi, per preparare un piano di azione, qualora le condizioni non dovessero cambiare a breve.
Anche Coldiretti lancia l’allarme: il Po e l’Oglio sono in secca come d’estate. Quest’ultimo ha dimezzato la propria portata (da inizio 2022 sono passati nel fiume 76 milioni di metri cubi in meno dell’anno scorso) e il Sebino è in sofferenza: il livello attuale è 45 centimetri sotto la media.
Sulle nostre montagne, i due punti di misurazione in quota della neve di Arpa Lombardia, il Lago della Vacca, a 2.400 metri sul livello del mare in territorio di Breno, e al Pantano d’Avio, a 2.100 metri di Temù, riportano numeri davvero sconfortanti. Nei pressi del rifugio Tita Secchi nell’ultima settimana ci sono quaranta centimetri di coltre bianca, mentre al lago d’Avio se ne contano circa 85, . All’appello mancano quasi due metri di neve e ghiaccio.
Ma anche sul lago non si sta con le mani in mano. Memori di recenti convocazioni delle organizzazioni agricole e dei gestori della regolazione dei bacini, riunioni che non vedevano la partecipazione di altri soggetti interessati alla gestione delle acque come gli operatori turistici, ci siamo sostituiti agli interessati chiedendo all’Assessore Regionale Raffaele Cattaneo di non far mancare la presenza di un rappresentante locale a questo tavolo, in modo da non far mancare la voce del lago e della Valle Camonica e contrastare l’eventuale richiesta di un ulteriore prelievo che vada oltre la soglia di -30 cm rispetto allo zero idrometrico il cui superamento metterebbe in crisi la stessa navigazione del lago e ripresenterebbe l’affetto delle alghe che è stato risolto negli anni scorsi

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