Pochi lo sapevano, anche tra gli stessi costavolpinesi, che il loro Paese è carico di storia. E allora la Pro Loco ha promosso una serata, presso l’Auditorium di via Nazionale durante la quale è stato fatto un viaggio virtuale attraverso le fasi che hanno caratterizzato i tempi più antichi, quelli delle incisioni rupestri di cui è ricca la Valle Camonica. E’ stato il prof. Ausilio Priuli a sottolineare che, proprio recentemente, grazie ad una segnalazione, è stato identificato nella frazione di Flaccanico, un sito che potrebbe essere uno dei più importanti ritrovamenti degli ultimi anni nell’intera valle. Poi è toccato scivolare all’anno 16 a.C. quando ci fu il primo e forte contatto dei camuni con le truppe romane, probabilmente guidate da Augusto, in un’epica battaglia in località Castrino della Beata. Successivamente, tra il 1100 e il 1200, furono i Castelli di Volpino, Branico e Ceratello a creare una forte contrapposizione tra bergamaschi e bresciani per il cui controllo furono combattute 5 vere guerre che portarono morte e distruzione. Per togliere di mezzo il problema si scomodò addirittura l’imperatore Federico Barbarossa che alla guida del suo esercito scese dalla Valle Camonica e cancellò il castello di Volpino in modo così meticoloso che non se ne trova più traccia.
Devono passare altri 4 secoli per vedere Costa Volpino ancora al centro un’emozionante avventura che afferma che presso un podere di Volpino fu seminato, primo tra i comuni bergamaschi, il mais. Per onorare questa storia, una quindicina di anni fa fu stabilito il Guinness dei primati con la polenta più grande del mondo.
La seconda guerra mondiale fa scivolare il Paese in una tragedia che, per fortuna, coinvolse solo le abitazioni di Corti dove i soldati della Tagliamento diedero fuoco alla frazione dopo il ferimento di due militi a causa di un residente della zona. Il destino sembrava già segnato per gli abitanti maschi che sarebbero dovuti essere fucilati la mattina seguente, ma il deciso intervento di un sacerdote e di alcuni comandanti tedeschi fecero cessare la tragedia..
La serata, durante la quale sono stati proiettati slide e filmati è stata accompagnata da canti del coro La Pineta che ha proposto alcune delle più coinvolgenti canzoni del repertorio.
E toccato, infine, ad Antonio Martinelli presentare la ristampa del libro che tratta dell’odonomastica del Paese, ovvero la storia ed il significato delle vie del Paese il cui reticolo è composto da circa 180 strade.
Una serata interessante sotto tutti i punti di vista che recupera la memoria storica del Paese dell’alto Sebino e conferma come nell’introduzione del libro che è “sulla roccia della memoria che costruiamo la nostra identità”.