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Corridoio ecologico a favore della fauna anfibia in Valle Imagna

Ai nastri di partenza la prima serie di invertenti di riqualificazione ecologica previsti da F.A.R.E Arco Verde, il progetto della Provincia di Bergamo finanziato da Fondazione Cariplo per creare un “corridoio ecologico” di oltre 35 Km nell’Alta pianura bergamasca, allo scopo di preservare una linea di continuità ecologica collegando lungo la direttrice est-ovest i corsi dei fiumi Adda, Brembo, Serio e Oglio . L’idea nasce dalla considerazione che i quattro fiumi bergamaschi, che mantengono caratteristiche di elevata naturalità e sono identificati come aree di assoluto rilievo per la biodiversità della Pianura Padana, si trovano troppo isolati nella matrice ambientale a causa dell’espansione dei centri urbani e dello sviluppo infrastrutturale che ha caratterizzato questo territorio. La forte frammentazione che deriva da questa tendenza alla elevata urbanizzazione del territorio penalizza in particolare la fauna.

Da qui il progetto per il ripristino di una serie di connessioni ecologiche, che, dopo la realizzazione di uno studio di fattibilità, cofinanziato da Fondazione Cariplo per 83mila euro su un costo totale di circa 143mila euro, passa alla fase operativa grazie ad un ulteriore finanziamento della stessa Fondazione Cariplo per 475mila euro. Il progetto vede la Provincia di Bergamo come capofila e coinvolge, in qualità di partner di progetto, il Parco regionale dei Colli di Bergamo, la Comunità montana Valle Imagna e i Comuni di Carvico, Trescore Balneario e Alzano Lombardo.

Il primo riguarda la riqualificazione ecologica dei torrenti Grandone, Rigos e Tadone, che rivestono un ruolo strategico in quanto hanno preservato negli ultimi decenni linee di connettività ecologica residua. Inoltre costituiscono microhabitat di pregio, fondamentali per garantire il libero movimento e la conservazione di numerose specie animali e vegetali. Gli interventi appartenenti a questa tipologia saranno avviati il prossimo autunno e coinvolgeranno il territorio di Carvico, Sorisole e Trescore Balneario.

L’intervento sul torrente Rigos il cui asse, all’interno del Parco dei Colli di Bergamo, rappresenta l’ultimo collegamento ecologico residuo tra i Colli e le Prealpi Orobie, ha l’obiettivo di rinforzare questo varco attraverso la riqualificazione delle sponde del torrente, in particolare in corrispondenza della “strozzatura” situata tra Almé e Sorisole, e creare nuove piccole aree umide favorevoli alla fauna anfibia e agli invertebrati. “Questa è una delle zone più fragili del Parco, già riconosciuta come varco della Rete Ecologica Regionale, su cui sono tuttavia previste progettualità viabilistiche negli spazi non ancora urbanizzati: se il territorio viene impreziosito e valorizzato, questi futuri progetti dovranno tenere conto dell’importanza ecologica della zona – afferma Pasquale Bergamelli, responsabile del servizio Tutela e Verde del Parco dei Colli di Bergamo -. Gli interventi previsti oltre ad avere un valore ecologico, svolgono un’azione di recupero del mosaico agricolo tradizionale tipico del passato di questi luoghi”.

Il secondo filone consiste in una serie di interventi a favore della fauna anfibia, gravemente minacciata, con la creazione e il ripristino di piccole zone umide, sul modello delle antiche pozze di abbeverata utilizzate in ambito zootecnico, che permetteranno di creare nuovi habitat ad acque ferme, la cui presenza è fondamentale per garantire la tutela di numerose specie di anfibi (tra cui rana agile, rana montana, raganella, rospo comune, rospo smeraldino, ululone dal ventre giallo, tritone punteggiato e tritone crestato). Gli interventi saranno avviati in questi mesi, in particolare su due siti: in Comunità montana Valle Imagna, dove saranno realizzati 3 nuovi stagni artificiali nel territorio di Ubiale Clanezzo e Strozza, in corrispondenza di un vecchio canale costruito da Enel sulla sponda sinistra del torrente Imagna, ora abbandonato e riconvertito in una pista ciclopedonale. Si prevede di ricreare sul percorso alcune piccole zone umide utili a sostenere le popolazioni locali di anfibi come rospo comune e rana montana.

“È un intervento di utilizzo, abbandono e ritorno: il territorio era stato sfruttato per creare elettricità nel secolo scorso, poi l’uomo ha deciso che il canale non serviva più e l’ha abbandonato favorendo l’occupazione da parte delle popolazioni di diverse specie di anfibi – spiega Roberto Rota, funzionario Comunità Montana Valle Imagna – c’è stato poi un ritorno dell’uomo che ha creato la pista ciclo-pedonale, cercando tuttavia di rispettare le popolazioni di anfibi presenti. E ora vogliamo fare qualcosa affinché gli anfibi possano convivere al meglio con la pista ciclo-pedonale”;

La terza tipologia di intervento infine riguarda l’installazione di dissuasori ottici e acustici per ridurre il fenomeno della mortalità stradale della fauna (road killing). La posa di questi strumenti, che “avvertono” la fauna dell’arrivo dei mezzi motorizzati, in particolare nelle ore notturne, ne favorisce il movimento sul territorio, riducendo la mortalità legata alle collisioni accidentali col traffico automobilistico. Tra le specie più favorite dall’intervento si annoverano i piccoli mammiferi e gli ungulati. La presenza di fauna selvatica sulle strade presenta inoltre criticità in termini di pubblica sicurezza, anche in ragione della recente espansione di specie animali di grossa taglia (capriolo, cinghiale e cervo).

A completare il progetto, che potrà essere seguito nell’avanzamento dei lavori all’indirizzo www.arcoverdebergamo.it, verranno organizzati laboratori didattici multidisciplinari rivolti alle classi quarte e quinte delle scuole primarie dei paesi interessati.

“La forza del progetto Arco Verde è che non ha a che vedere unicamente con la salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente – dichiara il presidente della Provincia Matteo Rossi – ma parte dal presupposto che migliorare la qualità dell’ambiente in un luogo significa migliorare la qualità della vita di chi lo abita e di chi lo frequenta, in una prospettiva molto più ampia e rivolta al futuro. Pensiamo ad esempio all’intervento per evitare gli incidenti stradali: non si tratta solo di salvare la vita agli animali, ma anche di migliorare la sicurezza di tutti coloro che circolano su quelle strade”.

Una buona qualità della vita in ambiente urbano, non è solo un bisogno, è anche una risorsa fondamentale per il futuro. Ad esempio, il ripristino di un ecosistema fluviale è un tema affrontato in diversi contesti, sia cittadini che rurali: i temi delle greenway, del recupero fruitivo di spazi degradati o ‘evitati’ in quanto considerati malsani o insicuri, solo per citare due tra i molti esempi, sono oggi molto considerati nelle politiche urbane e del mondo rurale che, finalmente, riconoscono nella qualità dei paesaggi e degli ecosistemi un valore che va ben oltre la necessaria tutela di specie animali e vegetali o l’aumento della biodiversità.

Ne è convinta anche Vera Persico, funzionario del servizio Aree protette, Biodiversità e Paesaggio della Provincia e responsabile del progetto: “Penso alle parole di Peppino Impastato nel film “I cento passi”, sul fatto che la bellezza è una delle cose più importanti, di come sia facile distruggerla e abituarsi alla sua assenza, e di come invece occorra lavorare per difenderla e farla riconoscere alla gente. Nel nostro piccolo, stiamo facendo questo, ricreare un po’ di bellezza per vivere meglio e in modo più rispettoso e consapevole ”.


 

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