I Comuni potranno ridurre da subito all’interno dei propri piani e strumenti urbanistici il consumo di suolo. Lo prevede la legge approvata oggi in Consiglio regionale con 39 voti a favore, 13 contrari e 16 astenuti. Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, Lombardia Popolare, Fratelli d’Italia, Pensionati e Gruppo Misto, astenuti Partito Democratico (con l’eccezione dei Consiglieri Agostino Alloni, Massimo D’Avolio e Onorio Rosati che hanno espresso voto contrario) e Patto Civico, contrari gli esponenti di M5Stelle e SEL.
Questo provvedimento, come ha spiegato il relatore Mauro Piazza (Lombardia Popolare), nel rendere praticabile la riduzione del consumo di suolo comunale, crea contemporaneamente anche le condizioni per ampliamenti e nuovi insediamenti industriali tesi a creare effettive occasioni di occupazione e di sviluppo economico: in questi casi specifici, il potenziale ed eventuale nuovo consumo di suolo verrà conteggiato su scala regionale.
La legge n°31 approvata il 19 novembre 2014 prevedeva uno stop graduale al consumo di suolo per non rimettere in discussione i PGT dei Comuni. Dall’approvazione della legge non era stato più possibile autorizzare nuove varianti su terreni agricoli, anche se nel frattempo per i 30 mesi successivi erano stati salvaguardati “i progetti in essere”, destinati poi a decadere qualora non attivati entro tale termine, con due sole deroghe ammesse: quella per l’ampliamento delle attività economiche esistenti e quella per le opere previste nell’ambito di accordi di programma di valenza regionale.
Durante le dichiarazioni di voto, Carlo Malvezzi (Forza Italia) ha evidenziato come “questa legge costituisce un ulteriore passo avanti significativo, dopo che già dal 2014 Regione Lombardia aveva introdotto regole che impedivano la trasformazione delle aree agricole in edificabili. Ora per i Comuni sarà possibile programmare e introdurre misure non solo per impedire il consumo di nuovo suolo, ma addirittura per ridurlo”. Per Roberto Anelli (Lega Nord) sono stati raggiunti tre importanti obiettivi. “Il primo – ha spiegato – è quello di ridare il potere pianificatorio ai sindaci, fermo restando che il consumo di suolo deve essere pari o inferiore a zero. Il secondo è quello di permettere alle aziende che vogliono investire per ampliare la propria attività di poterlo fare sin da subito. Infine è stata introdotta una norma per cui i Comuni potranno, con l’approvazione del Piano Territoriale Regionale (PTR), adeguare i propri PGT facendo riferimento ai criteri del PTR stesso”.
“Siamo di fronte al fallimento evidente della legge n.31 – ha detto il capogruppo del Partito Democratico Enrico Brambilla – al punto che proprio si è resa necessaria l’approvazione di una legge che la modifica e la integra. Oggi restituiamo finalmente ai Comuni i loro poteri in materia edificatoria, ma molti restano i punti ambigui. Per questo motivo – ha concluso Brambilla– il nostro sarà un voto di astensione accompagnato da un giudizio fortemente negativo su come la Giunta regionale ha gestito questa vicenda”. Voto di astensione è stata annunciato anche da Silvia Fossati (Patto Civico), che ha evidenziato come questo provvedimento “giunge in grave ritardo e solo dopo le sollecitazioni sempre maggiori dell’Anci e dei Comuni, che sono state finalmente recepite: è un progetto di legge – ha aggiunto – frutto e conseguenza degli errori del passato e che cerca tardivamente di porre qualche pezza”.
Voto contrario di M5Stelle e SEL, che hanno sottolineato negli interventi di Gianmarco Corbetta e Chiara Cremonesi come con questa legge venga a loro parere ulteriormente indebolita una già insoddisfacente legge 31 sul consumo di suolo, “un bene primario non sufficientemente tutelato e che merita sicuramente molta più attenzione e maggiore rigore normativo”. In Aula è quindi intervenuto il Consigliere Agostino Alloni (PD) per motivare il suo voto contrario. L’Assessore al Territorio Viviana Beccalossi nella sua replica ha sottolineato come questo provvedimento recepisca numerose indicazioni avanzate da esponenti di maggioranza e minoranza, evidenziando “la grande attenzione di Regione Lombardia a tutela del proprio suolo, sfociata non a caso in una apposita e mirata legge ad hoc”.
Su questo provvedimento, che raccoglie e fa proprie anche le sollecitazioni dell’ANCI, la Giunta regionale aveva chiesto la procedura d’urgenza approvata a maggioranza dal Consiglio regionale lo scorso 11 aprile con voto segreto: 41 i voti a favore, 18 i contrari e 1 astenuto. Secondo quanto previsto dall’art.82 del Regolamento generale del Consiglio, la procedura d’urgenza può essere richiesta nell’arco temporale di un anno solare solo per un massimo di due progetti di legge, che sono esaminati dalle Commissioni consiliari competenti con precedenza su ogni altro argomento. Nel pomeriggio di ieri era atteso in Consiglio regionale anche l’approvazione del Piano Territoriale Regionale,che prevede una riduzione del 25% del consumo di suolo in Regione Lombardia entro il 2020 sulla base di criteri relativi alla qualità ambientale, paesaggistica e agricola, e che contiene i criteri tecnici ai quali si dovranno uniformare i Comuni per adeguare i propri PGT nell’attuare la riduzione del consumo di suolo.