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Bossetti

Confermato l’ergastolo per Massimo Bossetti

Alle 22.17 la suprema Corte di Cassazione, nel terzo grado di giudizio, ha confermato l’ergastolo per Massimo Bossetti, che compirà 48 anni il prossimo 28 ottobre, già condannato nei due precedenti gradi di giudizio per l’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010, il cui corpo è stato ritrovato in un campo a Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2016, confermando in questo modo le sentenze già emesse in assise ed in appello.

 

Il verdetto è arrivato dopo l’ultimo confronto in aula su diritto e genetica forense tra accusa, parte civile e difesa. Anche il ricordo di Yara è entrato in aula. Inaspettato, nel palazzo della Suprema Corte dove si discute di regole processuali. Alle 14.45, la voce del procuratore generale della Cassazione Mariella De Masellis si è incrinata, dopo due ore di questioni di legittimità, appena prima di chiedere la conferma dell’ergastolo ai cinque giudici presieduti da Adriano Iasillo. «Il Dna ha dato voce a Yara, è l’impronta genetica di Bossetti che non ha avuto pietà, lasciando Yara sola a morire in un campo». La sentenza d’appello, l’indagine, il Dna in testa. È stato muro contro muro tra il pg e gli avvocati di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Le lodi al Ris contro le critiche, la validità contro l’invalidità della prova regina del Dna, il rispetto delle regole per i test contro la loro violazione, la conferma della condanna contro l’annullamento secco, in alternativa un nuovo processo d’appello con una perizia. Masismo Bossetti ha ascoltato in diretta tv in carcere a Bergamo la sentenza e alla fine è scoppiato in un pianto di disperazione. Carcere a vita, quindi, e la possibilità di incontrare la moglie Marita Comi e i suoi tre figli solo durante le visite all’interno della casa circondariale: Nicolas, 16 anni, Alice 13, Aurora 11. Una disperazione dovuta anche alla recente perdita della madre, Ester Arzuffi, alla quale era molto legato. A rincuorarlo i compagni cella, che l’hanno abbracciato e gli hanno sussurrato qualche parola di conforto. Altri detenuti, invece, avrebbero fischiato dopo la sentenza, in segno di protesta nei confronti dei giudici. Gli avvocati difensori di Massimo Bossetti, Claudio Savagni e Giuseppe Camporini hanno dichiarato di voler attendere le motivazioni, dopo di che potrebbero far ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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