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Pierluca Locatelli, imprenditore di Grumello del Monte, ha avuto la condanna confermata a 6 anni, dunque, 4 e mezzo per il traffico illecito (rispetto a un massimo previsto di 6 dal decreto sui reati ambientali) e un altro anno e mezzo in continuazione sulla frode per la fornitura delle cosiddette mps, materie prime secondarie: scorie di acciaieria o residuati di demolizione, utilizzate in edilizia.

Nel caso specifico di Orzivecchi, almeno secondo i periti nominati dal gip di Brescia, non erano previste nel capitolato d’appalto o comunque non erano state adeguatamente trattate. Decisiva, per il verdetto pesante in primo grado e probabilmente anche per quello in secondo, proprio la perizia firmata da Paolo Rabitti e Giampaolo Sommaruga. Ora per Locatelli si profila il rischio concreto del carcere: la Corte d’Appello di Brescia ha infatti confermato la condanna a sei anni di reclusione, già inflitta dal tribunale di Bergamo in primo grado, per il traffico illecito di rifiuti e la frode in pubbliche forniture nella realizzazione della variante di Orzivecchi, opera che rappresenta la genesi di tutti i guai per Locatelli, che fu intercettato e controllato proprio per quel cantiere, prima ancora che per i lavori sulla Brebemi. Per quei lavori è stata confermata la condanna anche per gli altri imputati: quattro anni e mezzo per Orietta Pace Rocca, moglie di Locatelli, rappresentante legale del raggruppamento temporaneo di imprese che si era aggiudicato l’appalto. E tre anni per tutti gli altri imputati: Andrea Fusco, rappresentante della holding «Locatelli Geom. Gabriele», e gli altri collaboratori del titolare dell’impresa, Giovanni Battista Pagani, di Pontoglio, Bartolomeo Gregori di Telgate, e Angelo Suardi di Carobbio degli Angeli.A Bergamo è in corso il processo su Brebemi, con contestazioni identiche. E Locatelli è già stato condannato a due anni per la corruzione di Franco Nicoli Cristiani (c’è ricorso in appello) e a sei mesi per la tangente a Marcello Moro, confermati in secondo grado.