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Comunità Montane, Enti (quasi) inutili, ma ambiti

La partita delle nomine dei presidenti, implica interessi nascosti, ma trova sempre elementi pronti ad occupare i posti liberi

Sono trascorse alcune settimane dalle votazioni amministrative e si lavora per dare una guida alle Comunità Montane. Chi ci segue da tempo conosce la nostra avversione verso questo Ente Territoriale. Non riconosciute dallo Stato Centrale, che ha cancellato i fondi per ìl loro funzionamento, alcune Regioni hanno provveduto a non alimentare più questo centro di potere, che è di secondo livello. Diamo uno sguardo, velocemente a cosa succede sulla nostra Penisola

La Regione Campania ha ridotto da 27 a 20 il lorol numero

Tutte le comunità montane del Lazio avrebbero dovuto sparire nel 2016, ma i commissari liquidatori sono stati nominati solo nel 2023 e, nonostante vengano regolarmente stipendiati dallo Stato non hanno prodotto in questi anni nessun risultato.

Lombardia – Fino al 2008 esistevano 30 Comunità montane, scese a 23 per ll’accorpamento di alcune Comunità. In Sardegna sono state abolite nel 2007. Tuttavia, tra il 2008 e il 2009 sono state re-istituite cinque nuove comunità montane.

Abruzzo, Calabria,  Emilia RomagnaLiguria: hanno provveduto, in vari steep, alla liquidazione.

In Friuli-Venezia Giulia sono state abolite e istituite Unioni territoriali intercomunali.

La regione Molise ha abolito le comunità Montane ma a dieci anni di distanza non è stata ancora stabilita la data di estinzione.

Le comunità montane in Piemonte sono state soppresse nel settembre 2012

Le Comunità montane della Puglia erano state soppresse nel 2009

Le comunità montane della Sicilia sono state abolite nel 1986.

Le comunità montane della  Valle d’Aosta vengono sostituite nel 2015 dalle Unités des Communes valdôtaines.[

Il Veneto ha progressivamente trasformato le Comunità montane in Unioni montane.

Nella provincia autonoma di Trento non esiste l’istituto della Comunità montana. Enti assimilabili sono le comunità di valle.

Abbiamo voluto fare questa premessa per renderci conto che questo aspetto non ricade nella Autonomia Differenziata, perché le varie Comunità non chiamano a se competenze diverse, ma solo denaro per realizzare iniziative che devono essere concordate sui vari tavoli che vedono la partecipazione delle singole amministrazioni comunali La loro presenza, spesso, ostacola l’attuazione di certe iniziative che non trovano l’unanimità

E, allora, perché tante discussioni per un Ente che non serve al territorio? Chi vive i meccanismi della politica, sa che nulla deve essere lasciato Ogni posto di potere deve essere conquistato e diventa moneta di scambio. Ci sono due aspetti che devono essere evidenziati; il primo riguarda la visibilità per il singolo che raggiunge quella determinata meta; il secondo è comunque un posto di potere che permette di nominare amici e parenti in posti remunerati, come i consorzi, le Società partecipate etc. .

Ma cosa bolle in pentola per le tre Comunità Montane del nostro territorio: Valle Seriana, Valle Camonica, Valle di Scalve e Laghi Bergamschi.

VALLE SERIANA

Nessuna sorpresa: Giampiero Calegari, sindaco di Gorno e candidato unico, è stato riconfermato alla carica di Presidente. Eletto nel 2019 si appresta al suo terzo mandato. Previsti 6 milioni di euro per progetti e 14 per le aree interne: il primo passo sarà l’incontro con i sindaci della Media Valle per trovare l’accordo sul percorso del prolungamento del tram delle valli da Albino a Vertova, oltre alla manutenzione delle piste ciclopedonali, al sostegno del rilancio della pista di atletica di Clusone e del collegamento dei comprensori sciistici di Colere e Lizzola

VALLE di SCALVE

L’attuale Presidente, Gabriele Bettineschi vuol lasciare senza problemi perché la carica non è mai stata in cima ai suoi pensieri, tanto più che nel 2025 è in scadenza di mandato come sindaco di Colere Lo strano caso scalvino è che nessuno preme per fare il Presidente, al punto che verrà nominato il vicesindaco di Schilpario Marco Grassi.

 VALLE CAMONICA

Anche in Valle Camonica sono in corso le trattative tra amministratori e forze politiche. il presidente uscente Sandro Bonomelli lascia la presidenza, non senza prima aver chiesto a tutti sindaci se vogliono entrare a fare parte del Gruppo Civico che si allarga e cambia nome: diventa il Gruppo Civico per le Autonomie. Vi hanno aderito 39 comuni su 40, ovvero tutti i sindaci camuni ad eccezione, per ora di Darfo Boario Terme. A loro il presidente uscente ha sottoposto la candidatura, dell’ex consigliere regionale dem, già sindaco per un decennio e rieletto sindaco di Temù a giugno, Corrado Tomasi. Non ci sono altri nomi sul tavolo e quindi la sua elezione sembra scontata, così come pare che la Lega possa aggiudicarsi la vicepresidenza della Comunità Montana. Meno scontati i nomi che comporranno la giunta degli enti e che andranno anche a ricoprire le cariche nelle società pubbliche. Autonomia, Ato, idroelettrico, L’appello all’unità, di unirsi in un unico gruppo, arriva anche dal segretario del Pd Pierluigi Mottinelli, che proponeva La Casa dei Comuni, in grado di interloquire con Provincia, Regione e Parlamento.

LAGHI BERGAMASCHI

Per la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, quella che doveva essere solo una presa di visione del programma amministrativo, ha incontrato sulla strada il classico sassolino che rischia di far deragliare il treno, Quando le tre Comunità Montane , Alto Sebino, Basso Sebino e Valle Cavallina vennero fuse in un’unica comunità, quella dei Laghi Bergamaschi. si adottò come metodo operativo quello della turnazione: prima Simone Scaburri (Valcavallina), poi Alessandro Bigoni (Alto Sebino) e a chiudere il giro Adriana Bellini (Basso Sebino). Nel corso di queste settimane, Adriana Belllini ha provato ad avanzare la propria candidatura per una conferma. Proposta rimandata al mittente, soprattutto dalla Valle Cavallina, che con il sindaco di Trescore Danny Benedetti, vuole attuare quell’impegno alla turnazione, mai scritto, ma condiviso dai più. Non conosciamo i motivi di questo mischiare le carte; forse solo l’obiettivo di alzare la posta in gioco o forse per dare vita ad un nuovo accordo, abbozzato a Bergamo presso le segreterie dei partiti, Forza Italia e PD, che prevede la Comunità Montana alla Bellini (Forza Italia) e la Provincia di Bergamo a Mauro Bonomelli PD)

IN CONCLUSIONE

In quasi tutte le Regioni, salvo che, in Lombardia, le Comunità Montane non ci sono più, segno evidente della loro inutilità. Fanno parte di un residuo che non si riesce a sradicare del tutto. Se si vuole guardare al futuro si ripristino le Province come Enti di vasta area e di primo livello, non prima di aver istituito le 11 città metropolitane che cancellano, automaticamente le Province di riferimento. Successivamente si pensi ad accorpare quelle rimaste se non raggiungono almeno il milione di abitanti, tetto necessario se si vogliono avere entrate certe per affrontare le spese di competenza. E si ripristino le preferenze, restituendo al cittadino il potere di poter scegliere.

Alessandro Bonomelli, Corrado Tomasi, Gianpiero Calegari, che conosciamo ed ai quali riconosciamo competenza e capacità amministrativa non saranno gli unici nomi a essere, sempre, sul tavolo delle trattative, come se tutto ruotasse intorno a loro. E gli altri? Immobili e con le braccia alzate come i “pitoti” delle rocce. Ma ogni tanto c’è bisogno di una boccata d’aria fresca!

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