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Crollo Cirano 1968

Cirano, quel triste settembre di cinquant’anni fa

Un boato alle sette del mattino e una nube di polvere ad avvolgere le macerie. Fu un triste risveglio quello del 21 settembre 1968, per la comunità di Cirano che si ritrovò improvvisamente senza la
propria chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo apostolo.
Il campanile si rovesciò sulla cupola e distrusse il lato dove era posto l’altare della Madonna, risparmiando però la statua, opera fantoniana del 1736, proveniente dalla chiesa (demolita) del convento dei frati di Santa Maria ad Ruviales di Gandino.
Le cause del crollo furono individuate nei lavori di scavo avviati in quel periodo a lato della chiesa, con possibili concause l’umidità ascendente ed il pesante sopralzo della stessa torre nel 1914. Per puro caso il crollo non causò vittime. La chiesa originaria era stata consacrata nel 1446 e rifatta in epoca barocca con la costruzione della cupola.
Dopo il crollo la comunità di Cirano avviò con vigore e orgoglio la ricostruzione. Nel 1969 il vescovo monsignor Clemente Gaddi la eresse a parrocchia autonoma, anche per avere la possibilità di godere di benefici e contributi statali allora riservati alle nuove chiese. Don Vittorio Bonacina (già curato per conto della Parrocchia di Gandino) fu il primo parroco e il 2 maggio 1975 si arrivò
alla consacrazione della nuova chiesa, costruita sotto la guida dell’architetto Pietro Bajo. Per molti anni le funzioni erano state ospitate nel salone dell’oratorio.
Restava da completare il campanile, che fu ultimato solo nel 1987 su progetto dell’architetto don Pino Gusmini. Il bronzo proveniente dalla fusione delle campane distrutte dal crollo fu utilizzato per quelle nuove: 11 campane cui se ne aggiunsero altre 3 negli anni successivi.

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