L’Università degli Studi di Bergamo è salita sul podio della CIM 2018, la sesta edizione della Competizione Italiana di Mediazione. Distinguendosi tra 22 università in gara, ha conquistato il secondo posto grazie alle ottime capacità dimostrate dai suoi studenti nella negoziazione per la risoluzione delle controversie. Nelle scorse edizioni Unibg ha già ottenuto grandi riconoscimenti aggiudicandosi un quinto, un secondo ed un primo posto in classifica.
La competizione, organizzata dalla Camera Arbitrale di Milano e dall’Università Statale di Milano, si è tenuta dal 22 al 24 febbraio 2018 a Milano e ha visto la partecipazione di più di 240 studenti provenienti da tutta Italia, chiamati a sfidarsi in una serie di negoziazioni nell’ambito di mediazioni simulate, con l’attenta supervisione dei loro coach. L’iniziativa si inserisce nel percorso di studi del Dipartimento di Giurisprudenza con l’obiettivo di potenziare l’utilizzo di metodi di risoluzione alternativi al processo per la risoluzione delle controversie civili.
La squadra dell’ateneo bergamasco che ha ottenuto l’ottimo risultato è stata composta da: Ramona Queroti, Gianfranco Verrillo, Anna Dezza, Mattia Cortesi, Celine Rota Graziosi. Hanno inoltre partecipato con una seconda squadra che si è piazzata al sesto posto: Roberta Melita, Camilla Calzari, Hamza Ryah, Arianna Valcarenghi e Sabina Mataj. A seguirli come coach sono stati: Arik Strulovitz, Alessandro Bossi, Michele Marinini e Cristina Toti.
Sul podio sono salite: l’Università Statale di Milano sul gradino più alto seguita da Bergamo, Università Bocconi e Università degli Studi di Parma a pari merito. Torino al quinto posto. A guidare la squadra degli studenti bergamaschi come promotrice e coordinatrice del progetto, la professoressa Daniela D’Adamo, Docente di diritto processuale civile e Referente per attività di orientamento – Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo. «È stata un’esperienza fantastica, di grande crescita umana e professionale. I ragazzi hanno saputo fare squadra, dimostrando grandi abilità di negoziatori, ma anche qualità personali e relazionali. Fondamentale è stato il ruolo dei coach che hanno saputo creare una forte sinergia tra le loro specifiche competenze guidando i ragazzi con un metodo scientifico. Tutta la squadra ha dimostrato come un approccio culturale innovativo, supportato da un duro lavoro, possa dare ottimi risultati con grandi soddisfazioni per tutti. Il nostro obiettivo è fare scuola attraverso lo studio e l’utilizzo di modelli alternativi al processo per la tutela dei diritti».
Un bilancio condiviso anche dalla squadra, come spiega lo studente Mattia Cortesi. “La CIM si è rivelata un’esperienza che ci ha dato molto non solo dal punto di vista formativo, ma anche, e soprattutto, dal punto di vista personale. Abbiamo imparato ad aprirci, ad essere trasparenti, abbiamo colto l’importanza di ascoltare e abbiamo appreso le modalità corrette per essere ascoltati. Abbiamo inoltre stretto legami così forti da poter durare tutta una vita. Ringraziamo calorosamente tutti i nostri coach, i quali ci hanno seguito con professionalità e passione e ci hanno trasmesso insegnamenti importanti per la crescita di ciascuno di noi”.