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«Cibo, Terra e Lavoro»: il nuovo libro di Irene Foresti Presentazione in Provincia

Sarà presentata il prossimo martedì 24 aprile in Provincia di Bergamo la nuova pubblicazione edita dal Centro Studi Valle Imagna: “Cibo, Terra e Lavoro. Etnografia alimentare nella storia sociale della Valle Brembana”, scritto da Irene Foresti. L’appuntamento è fissato alle ore 20.30 nella Sala conferenza “F.Galmozzi”. Il volume è realizzato in collaborazione e con il contributo di Comunità Montana Valle Brembana e di CasaArrigoni – Storie di formaggi.

I pascoli, le antiche osterie, i mercati, i boschi, i pollai ed i porcili, le mandrie, i corsi d’acqua, le botteghe, i campi agricoli, le stalle, gli orti, i mulini e le cucine di ogni casa della Val Brembana celano, dietro un’apparente immagine di rurale semplicità, un sostrato culturale ed etnografico di notevole spessore, che si manifesta, in primis, nei prodotti, nelle abitudini e nelle tradizioni alimentari. Il patrimonio gastronomico stupisce per la sua eterogeneità, ricchezza e variabilità tipologica, ed è concentrato in un’area non troppo estesa, né eccessivamente popolata o versatile dal punto di vista climatico, orografico, zootecnico e agricolo. Un terroir alimentare pazientemente e duramente forgiato, nel corso dei secoli, dalle braccia di casari, bergamini e agricoltori, dalla pazienza e oculatezza delle massaie, dall’intraprendenza commerciale di mercanti, osti e bottegai e dall’abilità di cacciatori e pescatori, i quali hanno saputo valorizzare ogni risorsa offerta dalla terra, grazie al lavoro costante e forse anche un po’ testardo.

La ricerca, l’analisi e lo studio di fonti, documenti storici, testimonianze, aspetti gastronomici e folkloristici, particolarità linguistiche, sviluppi sociali e commerciali, risultanze etnografiche, caratteristiche pedoclimatiche e fatti storico-sociali ha permesso di ricostruire la fisionomia alimentare della Valle Brembana e di definirne l’identità gastronomica.

Il volume svela, attraverso ampi approfondimenti, come la Val Brembana non significhi solo Polenta Taragna e Stracchino, bensì esprima un ricco patrimonio di beni agroalimentari: muovendosi da uno all’altro dei suoi lembi estremi (la città di Bergamo e il Passo di San Marco), un po’ come facevano i viaggiatori che percorrevano l’antica Via Priula, è possibile spaziare fra tradizioni e prodotti assai diversi. Nel volume si incrociano elementi di storia e di vita quotidiana di generazioni di valligiani che, attraverso lo strumento del lavoro, sono riuscite a superare molte difficoltà proprie di un’economia di montagna: col lavoro della terra esse hanno saputo ottenere diversi beni agroalimentari. Vengono, infine, offerte sessantuno ricette della tradizione locale, suddivise tra antipasti e stuzzicherie d’altri tempi, minestre e zuppe, primi piatti, secondi piatti, polente e dolci.


 

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