Il 27 gennaio del 1945, giorno nel quale i soldati dell’esercito sovietico entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, è la data simbolo della fine delle persecuzioni nazifasciste in Europa. In Italia il 27 gennaio è stato proclamato Giorno della Memoria, “al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Le cerimonie istituzionali si terranno durante la mattinata di sabato 27: si inizia alle ore 10 in Rocca, con la deposizione di corone d’alloro alla lapide nel Parco delle Rimembranze in ricordo degli ebrei bergamaschi deportati nei campi di sterminio. Una corona d’alloro verrà poi deposta alle ore 11 al binario 1 della stazione ferroviaria, in memoria dei lavoratori delle fabbriche di Sesto San Giovanni deportati nei campi di concentramento, cui seguirà un atto di memoria attiva a cura del Centro promozione della Legalità in collaborazione con Isrec, con un intervento del Liceo Romero di Albino. Concluderà la mattinata un momento di raccoglimento alle ore 12 nel giardino di Palazzo Frizzoni in memoria dei 20 bambini ebrei uccisi nel campo di Neuengamme, con un atto di memoria a cura dell’Istituto comprensivo Eugenio Donadoni.
“Quest’anno abbiamo un motivo ancora più importante per ricordare, in quanto ricorre l’80° anniversario della promulgazione delle ‘Leggi a difesa della razza’, promulgate appunto nel 1938, che hanno di fatto reso gli italiani ‘razzisti per legge’” spiega l’Assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, “Fare memoria delle leggi razziali, così drammaticamente incomprensibili, è tanto più urgente alla luce di quanto sta accadendo oggi sotto ai nostri occhi: la situazione economica e sociale sempre più fragile sta diventando il terreno su cui cresce e si diffonde un pensiero nazionalista coniugato con ideologie estremiste di un passato che pensavamo sconfitto per sempre. Questo anniversario diventa allora uno stimolo importante ad una riflessione profonda, necessaria a maturare una maggiore consapevolezza e a generare forme di opposizione sempre più forti a qualsiasi tipo di discriminazione, sia essa di genere, credo religioso, razza o etnia, appartenenza politica. Abbiamo quindi accolto volentieri l’originale proposta dell’Isrec e dell’Aiap, un bando rivolto a professionisti e studenti per diffondere in città manifesti capaci di risvegliare le coscienze e ricordare, attraverso la forza evocativa di un linguaggio contemporaneo, l’orrore delle leggi razziali”.
Quello delle leggi razziali sarà dunque uno dei temi protagonisti delle iniziative – mostre, incontri, teatro e cinema – che si terranno tra sabato 20 gennaio e domenica 11 febbraio e che il Comune di Bergamo si è impegnato, come ogni anno, a raccogliere. Tra le diverse iniziative spicca “1938: Razzisti per legge”, mostra curata dall’Isrec che verrà inaugurata il 27 gennaio alle ore 17.30 presso l’ex chiesa della Maddalena. Intrecciando il livello della storia nazionale a quello della realtà locale, la mostra propone un percorso nel passato del Paese. Saranno inoltre presenti i dieci poster frutto di un concorso realizzato in collaborazione con Aiap (Associazione italiana design della comunicazione visiva), che vertono sul tema delle leggi razziali e che saranno affissi per i muri della città. La mostra resterà aperta sabato e domenica dalle 11 alle 18; durante i giorni della settimana, su prenotazione, saranno organizzate visite guidate per scuole e gruppi in cui a fianco degli operatori Isrec saranno guide anche alcuni ragazzi dell’Isis “Natta”.
“Fatti più o meno recenti dimostrano che quelle del fascismo e del razzismo sono questioni ancora irrisolte, e che, anzi, in questi anni, stanno purtroppo riguadagnando terreno” aggiunge la Presidente del Consiglio comunale, Marzia Marchesi, “Iniziative come queste – di ricordo sì, ma anche di educazione al rispetto delle differenze – sono necessarie per ribadire che il vero volto del fascismo è quello anti-democratico e distruttivo. Il Giorno della Memoria è un’opportunità da cogliere: l’opportunità di ricordare, incidendo sulle coscienze e sulle azioni dei bambini, dei ragazzi, dei giovani e degli adulti di oggi; ricordare è l’unico modo di evitare di ripetere lo stesso sbaglio, di riflettere sulla terribile crudeltà che mosse coloro che aderirono al nefasto progetto di attuazione dell’ideologia della razza. L’impegno e la partecipazione degli studenti delle scuole cittadine acquista dunque un valore ancora maggiore, poiché loro sono il nostro domani e ricordare con loro è uno dei modi essenziali per porre le basi affinché fatti così tragici non accadano mai più. È anche per questo che ho voluto far partecipare all’evento del 31 gennaio gli studenti del liceo linguistico “Giovanni Falcone” che hanno partecipato, con un video, al concorso organizzato dal MIUR – “I giovani ricordano la Shoah” – e sono stati selezionati per la finale. Il Giorno della Memoria ci ricorda che anche noi, ogni giorno, possiamo scegliere se emarginare coloro che ci sembrano diversi o se invece alzare la voce contro queste discriminazioni, reagendo a coloro che fanno leva sulla paura del diverso per affermare la loro supremazia. Per evitare che una nuova tragedia, simile all’Olocausto, si ripeta, dobbiamo ricordare, capire e, soprattutto, reagire alle ghettizzazioni.”
Come di consueto, il programma prevede un film proposto da Lab80 Film: sarà Ha Edut – La testimonianza, film del 2017 di Amichai Greenberg, ad essere proiettato la sera del 27 gennaio presso l’Auditorium di Piazza della Libertà. Vi saranno anche incontri significativi, come quello con le scrittrici Helena Janeczek e Michela Murgia a cura della Gamec, la presentazione del libro Mussolini contro gli ebrei di Michele Sarfatti a cura della Presidenza del Consiglio comunale, e la presentazione di I bambini di Moshe di Sergio Luzzatto a cura della Fiera dei Librai.
“C’è una frase di Primo Levi che ha accompagnato tutto il nostro lavoro: ‘Ci proclamavamo nemici del fascismo, ma in effetti il fascismo aveva operato su di noi, come su quasi tutti gli italiani, estraniandoci e facendoci diventare superficiali, passivi e cinici” conclude il direttore dell’Isrec Elisabetta Ruffini, “I manifesti per le vie di Bergamo, la mostra che porta l’attenzione sulla storia bergamasca con la scoperta o riscoperta di documenti che ci riguardano da vicino, studenti preparati e mobilitati a diventare guide delle mostre allestite nelle loro scuole sono stati il nostro esercizio di quest’anno contro superficialità, passività, cinismo”.