Con decreto datato 15 luglio Regione Lombardia autorizza la caccia di selezione al cinghiale nelle valli bergamasche dal 1° agosto 2019 al 31 gennaio 2020: una azione per cercare di eliminare i suidi selvatici dai territori non idonei alla loro presenza e per contenerli in quelli invece idonei.
La notizia è arrivata in risposta alla lettera di richiesta di aiuto per l’emergenza cinghiali inviata all’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, oltre che ai ministri per le Politiche agricole e ambiente, oltre a prefetto, deputati, senatori e consiglieri regionali bergamaschi, dai Comuni dell’Unione della Presolana e condivisa dalle Comunità Montane Valle Seriana, di Scalve, dei Laghi Bergamaschi, Valle Imagna e Val Brembana e in cui si chiedeva con fermezza che non si perda di vista il livello di sicurezza per la gente. Nell’ultimo periodo gli amministratori avevano più volte segnalato l’aumento di incursioni dei cinghiali, anche vicino alle case con una situazione che sta degenerando e per questo divenuta questione di incolumità pubblica. Oltre ai terreni distrutti sono stati avvistati anche vicino ai centri abitati come lungo la Provinciale 37 a Cerete. Tracce del loro passaggio dietro la parrocchia di Cerete Alto, lungo il passaggio pedonale verso Novezio, in campi coltivati a Songavazzo a pochi passi dal centro abitato. La Regione Lombardia ha accolto le istanze del territorio mettendo a disposizione dei cacciatori quello che la legge consente e il piano, che si aggiunge alla caccia in braccate, da ottobre a gennaio, ha l’obiettivo di intervenire coinvolgendo i cacciatori. A Bergamo i cacciatori abilitati alla caccia al cinghiale sono circa 500 e 450 operano con braccata, e solo 50 in selezione: ora potranno cacciare dall’altana utilizzando il foraggiamento attrattivo e per tre giorni a settimana a scelta (martedì e venerdì esclusi), da tre ore prima dell’alba a tre ore dopo il tramonto con limite imposto di 2 capi al giorno per cacciatore e 10 a stagione. Una grossa novità per i territori dei Comprensori di caccia Valle Brembana, Seriana, Borlezza e di Scalve considerati non idonei alla presenza del cinghiale e infine anche per il comprensorio Prealpi. La selezione riguarderà il totale dei capi stimati (al minimo): in Valle Borlezza 200 esemplari, in Valle Brembana 50, 10 in Valle Seriana e in valle di Scalve. Per le Prealpi Bergamasche invece, su 1.767 esemplari sarà concesso il prelievo di 100. Un piano simile nelle province di Brescia e Como sta già dando buoni risultati e l’obiettivo è risolvere il grave problema nel giro di alcuni anni. A marzo del prossimo anno sarà effettuato un nuovo censimento e si valuterà se sarà necessario un nuovo piano. Resta intanto in vigore la possibilità di caccia per i proprietari o conduttori di fondi in possesso di regolare licenza di caccia e che hanno dimostrato danni provocati dai suidi negli ultimi sei mesi, come richiesto da Regione Lombardia