“Cabina di regia provinciale su A.I. e competenze”

L’industria manifatturiera della provincia di Bergamo si trova in una situazione di incertezza con percentuali di crescita prossime allo zero che hanno disatteso le previsioni di un inizio anno e che stanno generando ripercussioni negative sulle attività industriali.
Il settore metalmeccanico mantiene comunque un valore aggiunto che mantiene quella bergamasca in alto fra le province italiane ed europee. I lavoratori metalmeccanici bergamaschi sono circa 87.000 divisi nei diversi contratti nazionali ed in particolare nell’industria metalmeccanica, con oltre 57.000 addetti distribuiti in 1.700 aziende, e nel settore artigiano con 17.000 addetti presenti in quasi 6.000 aziende.
Oltre il 65% degli occupati metalmeccanici si colloca in aziende con classe dimensionale tra 10 e 250 dipendenti. I lavoratori dipendenti, divisi per classi di età evidenziano una grossa concentrazione, il 55,6%, nella fascia tra 30 e 49 anni, una quota importante di “over 50” pari al 26,7% e chiudono i giovani, dai 15 a 29 anni con un 17,6%.
La manifattura in provincia di Bergamo è costituita dal 56,6% di operai e il 43.4% di impiegati. L’elemento che colpisce l’attenzione è da un lato l’elevata concentrazione di operai nelle realtà da 0 a 249 dipendenti dove si raggiunge il 60% degli occupati, dall’altro che in più della metà delle aziende con più di 250 dipendenti è presente un numero di “white collar” che supera il numero dei “blue collar”.
È questo il quadro del settore che è stato fatto all’apertura del 20° congresso della FIM CISL di Bergamo, in corso a Caravaggio, che ha indagato l’azione del sindacato tra Passione, Resilienza e
Concretezza.
“Anche la provincia di Bergamo è coinvolta nel provare a cogliere opportunità più grandi legate alle nuove tecnologie digitali e all’intelligenza artificiale, provando a superare la diffidenza molto presente nelle imprese più piccole – ha detto Emanuele Fantini, segretario generale della categoria. È sempre più ineludibile per le imprese evitare di comprendere come il livello di digitalizzazione abbia il potere di intervenire sulla propria produttività. In questa transizione noi della Fim vogliamo giocare un ruolo attivo. Sappiamo che l’adozione delle tecnologie digitali si associa ad un aumento delle produttività e della competitività a livello aziendale, creando però anche un crescente divario tra quelle maggiormente produttive e innovative e quelle, specialmente le PMI, che faticano ad adattarsi al nuovo paradigma tecnologico.
I benefici della digitalizzazione infatti, sono tutt’altro che automatici e vanno accompagnati in modo simmetrico con investimenti complementari in competenze e nuova organizzazione del lavoro. Per affrontare efficacemente queste sfide è necessaria una trasformazione profonda e culturale del tessuto manifatturiero, che riguarda non solo le imprese, ma anche i contesti territoriali in cui operano, poiché sono necessarie migliori infrastrutture e adeguate politiche contrattuali sia a livello aziendale e territoriale”.
In provincia di Bergamo emerge la contraddizione tra il lavoro disponibile e la difficoltà nel trovare professionalità adeguate alle nuove necessità, in modo particolare nelle piccole e medie imprese, dove si cerca manodopera specializzata nel digitale e nelle nuove tecnologie. “L’accelerazione dell’evoluzione tecnologica e digitale richiede sempre più nuove competenze. È necessario – continua Fantini – interrogarci sull’impatto che le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale avranno anche sulla provincia di Bergamo, sulle nostre aziende e sulle nostre persone che rappresentiamo.
Riteniamo importante avere una cabina di regia a livello provinciale che a partire dagli osservatori territoriali strategici conosca il nostro settore, l’andamento del mercato del lavoro, criticità e potenzialità”.
FIM CISL di Bergamo si presenta al Congresso rappresentando più di dodicimila tra iscritti e iscritte e con una solida rete di più di quattrocento tra delegati e delegate presenti nelle zone della provincia in più di duemila aziende. Tra gli iscritti alla maggiore categoria metalmeccanica CISL in Italia , I cittadini che provengono da altri paesi del mondo sono un quarto del totale e provengono principalmente da Senegal, Marocco, Romania, Albania, India, Pakistan e Ghana.
“Riteniamo che ci siano aspetti non più tollerabili, come il diritto di cittadinanza delle seconde generazioni o una riforma sui temi dell’immigrazione più puntuale nel rispondere alle richieste di lavoratori che molte aziende in difficoltà di organici stanno palesando anche in provincia di Bergamo. Siamo convinti che si possa costruire un’ alternativa legale che si sostituisca ad una migrazione fatta di pericolosi attraversamenti in mare, causa oggi di numerosi morti. Il tema dei migranti e della loro giusta integrazione rappresenta un aspetto di civiltà e attraverso la contrattazione dovremo sempre più esser capaci di interpretare bisogni specifici di lavoratori che provengono da altri paesi”.
Il congresso FIM prosegue oggi, con il dibattito e al termine le votazioni per il rinnovo delle cariche istituzionali. In mattinata è prevista la performance “L’arte di rinascere”, discorso semiserio sul cambiamento e la resilienza con Enzo Valeri Peruta, e l’intervento del Segretario Generale Nazionale FIM CISL, Ferdinando Uliano.

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