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Brescia riapre il caso Sana Cheema

Il caso di Sana Cheema, la ragazza pakistana, cresciuta a Brescia, uccisa in Pakistan lo scorso anno durante una visita alla sua famiglia, è chiuso per la giustizia del Gujrat, ma non per l’Italia.

Il ministro della Giustizia Vincenzo Bonafede ha autorizzato nuove indagini sulla morte della 24enne: sarebbe stata strangolata con un turbante dal padre e dal fratello. Secondo quanto riferito dal procuratore generale di Brescia, padre e fratello avevano confessato l’omicidio: ma il tribunale pakistano aveva mandato assolti i tre. Il movente sarebbe da ricercare nel rifiuto della ragazza, perfettamente integrata in Italia e a Brescia, di accettare le nozze combinate dalla famiglia. Ora però la Giustizia italiana, anche su segnalazione da parte di molti amici di Sana e grazie alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica tramite i media, ha deciso di fare chiarezza: la Procura di Brescia ha acquisito gli atti processuali e della polizia consegnati dalle autorità pakistane.

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