Ci sono volute ben 15 ore di camera di consiglio della Corte d’Assise di Brescia per avere conferma della condanna a Massimo Bossetti.
Per la seconda volta al muratore di Mapello è stato confermato l’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Molto il materiale processuale preso in considerazione, cominciando dalle numerose richieste di approfondimento istruttorio avanzate dalla difesa di Bossetti. La Corte si era riunita in una camera di consiglio intorno alle ore 9:30 per uscire solo a tarda notte. I giudici si sono riservati 90 giorni di tempo per la stesura delle motivazioni della sentenza: solo allora si riusciranno a conoscere le motivazioni che hanno condotto l’organo giudicante a decretarne il verdetto. Al centro di tutta l’inchiesta c’è il DNA di “Ignoto 1” che è stato trovato sugli slip e sui leggins di Yara. Per l’accusa quel DNA appartiene a Massimo Bossetti per via di 38 marcatori cromosomici che corrispondono proprio a quelli del muratore di Mapello (ne basterebbero 13 in ambito internazionale per l’identificazione ai fini forensi).