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In Italia gli operatori italiani non hanno nessuna intenzione di essere fanalino di coda di una transizione verso la sostenibilità totale del sistema trasporto pubblico e raccolgono la sfida senza esitare,  ma con le idee molto chiare e nessuna presa di posizione ideologica. Per l’Asstra e le imprese che rappresenta, l’autobus elettrico non è l’ultima moda della mobilità globale,  ma una grande opportunità.  Ne siamo convinti e lo abbiamo scritto nero su bianco in un documento che mettiamo a disposizione delle imprese ma anche delle istituzioni da oggi come punto di partenza per lo sviluppo dell’autobus elettrico in Italia inteso come sistema, cioè un unicum costituito dal veicolo, dalla infrastruttura di ricarica,  dal pacco batterie e dal tipo di servizio da svolgere all’interno della rete” L’ha annunciato Massimo Roncucci, il presidente di Asstra,  nel corso del primo convegno nazionale organizzato da Asstra con ATB Bergamo e Asstra Lombardia interamente dedicato all’autobus elettrico che si conclude oggi nella città bergamasca.  Si tratta di  un primo appuntamento a cui faranno seguito altre iniziative per seguire passo passo la transizione elettrica del trasporto pubblico urbano in Italia.

“Ma la scelta elettrica è del paese non solo delle imprese –  mette in guardia Roncucci – La transizione verso questo sistema va sostenuta a monte con un piano di investimenti adeguato sostenuto dallo Stato (un autobus elettrico costo circa il doppio di un  diesel ultima generazione) e a valle con politiche fiscali e di costo dell’energia industriale che ne devono assicurare la sostenibilità economica sul lungo periodo”

In Europa è in atto il più grande rinnovo  generazionale delle flotte autobus mai visto prima. Tutti guardano alla soluzione elettrica, in particolare all’autobus full electric,  come chiave di volta per fare del  trasporto pubblico  il centro propulsore della decarbonizzazione delle aree urbane e  combattere i cambiamenti climatici. Ma non è solo questione di ambiente, in ballo c’è la dimensione a 360° della sostenibilità delle aree urbane, dove entro pochi anni sarà concentrato il 66% dell’intera popolazione mondiale con la quasi totalità del PIL globale. Mai come oggi,  a livello planetario la mobilità delle aree urbane è diventato un tema portante delle politiche ambientali ed economiche dei Paesi. La scelta elettrica è già preponderante in Asia e nelle grandi capitali d’Europa come Parigi e Londra è l’obiettivo principale. Parigi promette di arrivare ad una flotta senza diesel entro il 2025 costituita all’80% di autobus elettrici e il restante  20% a metano e biogas. Questo il quadro globale sulla scia del Summit UITP di Montréal da cui è partita la due giorni italiana sull’autobus elettrico.

Dopo anni di zero investimenti per il settore, che hanno portato al lastrico le industrie della filiera autobus e fatto schizzare a 12 anni l’età media del  parco, oggi siamo al calcio d’inizio del piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, il Piano del Governo che come noto prevede risorse per circa 4 miliardi di euro – che con il cofinanziamento degli enti locali e delle imprese possono arrivare a oltre 7 miliardi – per rinnovare  il parco autobus del TPL.

“Non possiamo perdere questa occasione irripetibile come settore e come paese -ha concluso il presidente di Asstra –  A Bergamo, che fa da apripista  con la linea C alla concezione del bus elettrico come sistema organico,  è tracciata la strada da seguire: non si tratta di mettere in piedi delle gare per l’acquisto di pochi o tanti autobus elettrici. La scelta va fatta rispetto a un sistema nel suo complesso, all’interno della pianificazione  della mobilità e delle politiche ambientali del territorio. La partita è essenziale, per questo l’Associazione ha preparato delle linee guida portanti per aiutare le imprese a non sbagliare i capitolati di gara  per passare dalla concezione dell’acquisto di autobus elettrici all’acquisto di sistemi autobus elettrici”.