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Lara Magoni

Battute al vetriolo tra Lara Magoni e Valerio Bettoni

Brutta vicenda tra Lara Magoni, olimpionica bergamasca di sci alpino e consigliera regionale, e Valerio Bettoni, ex-presidente della Provincia di Bergano e attuale Presidente dell’Aci provinciale, sulle dichiarazioni della Magoni relative al dopo referendum.

Lara Magoni, consigliera regionale della Lista Maroni nonché delegata provinciale Coni, aveva affidato al suo profilo facebook uno sfogo il giorno dopo il referendum, dando dei «buffoni» a chi si era astenuto dal voto. E aveva aggiunto: «Ogni giorno ricevo richieste di sostegno e aiuto sia economico che sanitario. Da oggi prima di chiedermi qualsiasi tipo di supporto mostratemi la ricevuta che vi è stata rilasciata sul referendum». E aggiunge la Magoni” C’è il Presidente della Provinmcia che mi attacca perché cerca visibilità e i voti degli sportivi. E gente che ha perso la sedia in Regione e quella al Coni e oggi parla male di me: ci dovremo iscrivere tutti all’Aci”. Il ritratto tracciato dalla consigliera è quello del suo predecessore di qualche anno fa e attuale presidente dell’Aci Valerio Bettoni, che non si fa pregare a dire ciò che pensa di chi occupa la sua ex poltrona: «Ma io ero eletto, lei è stata nominata: c’è una bella differenza. Per lei ho la massima disistima e non mi stupiscono certe uscite, fuori dalla logica e dal buon senso. Non basta avere vinto qualche gara per essere bravi dirigenti: sta facendo scappare i volontari. Spero che chi l’ha messa ai vertici del Coni abbia l’intelligenza di chiedere le sue dimissioni». Il delegato regionale Coni Oreste Perri ha dichiarato: «Non ne sapevo niente, ma non condivido assolutamente certe frasi. Tutti hanno il diritto di scegliere se votare o no, e tutti hanno il dovere di rispettare queste decisioni. Ma difendo la sua nomina, a Bergamo c’erano delle cose che non andavano». Stefano Galli, capogruppo della Lista Maroni in consiglio regionale, di cui fa parte Lara Magoni, non si fa coinvolgere: «Io mi occupo dei miei consiglieri in Consiglio o in commissione, ci mancherebbe che debba giudicare come si comportano in dodici province».

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