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Arrestato responsabile ufficio tecnico comunale di Concesio

Carabinieri e Guardia di Finanza hanno arrestato il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Concesio e gli hanno sequestrato beni per un milione di euro: è accaduto questo mercoledì 10 aprile, al termine di un’articolata attività investigativa.

I Carabinieri della Compagnia di Gardone Val Trompia, in collaborazione con la Tenenza della Guardia di Finanza di Gardone Val Trompia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Concesio, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia su richiesta della locale Procura della Repubblica poiché ritenuto responsabile di corruzione, rifiuto e omissione di atti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso. Contestualmente sono in corso di esecuzione una perquisizione domiciliare nei confronti del predetto dirigente ed il sequestro di 6 rapporti bancari, 2 cassette di sicurezza, preziosi e denaro contante nei confronti dello stesso e della consorte per un controvalore stimato in circa 1 milione di euro. Parallelamente sono stati notificati 24 avvisi di garanzia nei confronti di alcuni amministratori pubblici di quel comune nonché di imprenditori e professionisti della zona. L’indagine diretta in ogni fase dall’Autorità Giudiziaria e condotta altresì con l’ausilio della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura e con il Gruppo Reati ambientali della Polizia Provinciale di Brescia, scaturisce dall’attività informativa posta in essere a seguito dell’arresto del Segretario del comune di Concesio, operato il 9 maggio dello scorso anno nella flagranza del reato di concussione, che ha permesso di raccogliere diverse segnalazioni inerenti un presunto malcostume nella gestione dell’apparato amministrativo comunale, in particolare dell’ufficio tecnico. Attraverso servizi di osservazione, dall’attività tecnica, nonché dall’acquisizione della documentazione relativa agli appalti degli ultimi anni di quel comune, gli operanti hanno potuto appurare che da diversi anni i lavori pubblici venivano assegnati ad un numero circoscritto di imprese, risultando disatteso il principio di rotazione e di concorrenza; in alcuni casi si procedeva ad affidamenti diretti, non consentiti dalle norme vigenti, ed impedendo di fatto l’accesso alle gare ad altri partecipanti. La presunta attività illecita non avrebbe riguardato soltanto la gestione delle gare di appalto ma anche quella della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, con la costituzione di una discarica abusiva nonché la gestione dell’urbanistica e dell’edilizia del territorio comunale, con la quale venivano favorite alcune ditte costruttrici, coinvolte nelle indagini.

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