ARIS SpazioMuseion presenta ALIAS FRANCESCO

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Allo spazio espositivo del Parco delle Terme di Boario inaugurazione del progetto Alias Francesco, tra identità, anonimato e rappresentazione
All’ARIS SpazioMuseion, dopo il successo della mostra MITO ARIS, dedicata alla figura di Celestino Barbetti e conclusasi il 6 luglio, il collettivo di artisti bresciani ARIS – Artisti Risorti, attivo dal 1995, prosegue la sua indagine artistica inaugurando ALIAS FRANCESCO, un progetto che sfida le convenzioni tra identità, fama e rappresentazione. L’esposizione sarà inaugurata sabato 19 luglio alle ore 17, nel nuovo polo espositivo immerso nel Parco delle Terme di Boario e resterà aperta fino al 12 ottobre 2025.
Il progetto Alias nasce il 30 maggio 2013 con la performance Non calpestare le lumache – un’azione poetica in cui duemila chiocciole marcate con la firma “ARIS” e “Alias Francesco” sono state liberate nei Giardini della Biennale di Venezia, incarnando una critica alla frenesia comunicativa contemporanea da sostituire con una poetica della lentezza e dell’effimero.
Da allora, Alias Francesco diventa un alter ego collettivo, un’entità che esiste nell’ombra, interrogando i confini tra visibilità e occultamento. Se, infatti, l’operazione MITO ARIS celebrava la mitizzazione del quotidiano, ALIAS FRANCESCO ne rappresenta il rovescio: la dissoluzione dell’icona, la tensione tra fama e anonimato, tra presenza e assenza. Tre serie di opere esposte di Alias Francesco nello SpazioMuseion.
Alias Persona è un’opera partecipativa in cui il pubblico è invitato a interagire con una cornice firmata ARIS, contenente la sagoma del profilo di Alias Francesco. Attraverso l’uso di una maschera o nascondendo il volto, gli spettatori diventano co-autori dell’opera, generando un archivio di volti anonimi condivisi online. Un gioco di specchi tra identità e collettività.
Indizio a fondo rosso, già presentata al 67° Premio Michetti, è invece un’installazione che rappresenta un’immagine limite, un’allegoria dell’inconoscibile. Qui l’identità di Alias è usata come medium per generare un’interrogazione sulla frontiera negativa della ragione, la dimensione del mistero e dell’irrappresentabile: cosa possiamo davvero conoscere e cosa sfugge alla rappresentazione?

Infine in Alias Mistico alcune icone religiose vengono squarciate, private di parte della loro raffigurazione tradizionale per diventare spazi vuoti, dove Alias interviene con segni grafici che non riempiono, ma amplificano il mistero. Un gesto che non dissacra ma trasfigura e che, nella tensione tra l’identità trasfigurata del divino e l’identità celata di Alias Francesco, cerca ancora domande sul rapporto tra visibile e invisibile.

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