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Il temporale che l’altra sera si è abbattuto su alcune zone della Bergamasca non è stato sufficiente a mitigare le alte temperature e l’afa continua a far sentire i suoi effetti deleteri. A causa del grande caldo infatti le mucche stanno producendo mediamente fino al 15 per cento in meno di latte rispetto ai periodi normali, la produzione è crollata anche negli allevamenti caprini. È quanto emerge da un monitoraggio realizzato dai tecnici di Coldiretti Bergamo.

Per quanto riguarda gli allevamenti bovini il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Coldiretti Bergamo informa che per cercare di contenere il problema, nelle stalle sono scattate le contromisure per combattere lo stress da afa: i ventilatori sono accesi, l’acqua fresca viene nebulizzata grazie ad apposite doccine e i pasti sono serviti nelle ore più fresche per invogliare gli animali a sfamarsi e scongiurare il pericolo disidratazione. “Il caldo torrido ha fatto diminuire la produzione di latte di circa il 10-15% – dice Giorgio Piovanelli, allevatore di Zanica (Bg) -; anche se abbiamo adottato sistemi di raffrescamento, le nostre vacche continuano a patire le alte temperature che si fanno sentire sia di giorno sia di notte. L’altra sera le piogge sono state molto deboli e hanno portato solo un leggero e momentaneo sollievo, che purtroppo non è servito a molto”.

Nelle zone dove non piove da giorni, la situazione è ancora più critica. “Nell’ultima settimana abbiamo registrato un calo drastico per quanto riguarda la produzione di latte – spiega Nazzareno Samuel Ferro, allevatore di vacche di Torre Pallavicina (Bg) -. Gli elementi di criticità sono diversi e vanno dall’umidità relativa che tocca punte fino all’85% nella fase notturna al caldo soffocante con temperature che in stalla possono arrivare fino ai 37 gradi. Altro aspetto è la velocità del vento che è praticamente a zero da una settimana. Questi tre parametri fanno si che gli animali bevano molto e non trovino un ambiente ideale per la respirazione, la digestione/ingestione degli alimenti e il movimento, determinando perdite di produzione di latte fino al 20%”.

Per le alte temperature anche le capre hanno diminuito la produzione di latte mediamente di circa il 15%. “Per noi che ci troviamo in una zona montana è una situazione del tutto eccezionale – evidenzia Andrea Moretti, allevatore di San Giovanni Bianco (Bg) – quindi non siamo strutturati per affrontare simili evenienze. Siamo dovuti ricorrere a soluzioni di emergenza per portare un po’ di sollievo alle capre in stalla, ma il calo c’è comunque stato”.

Oltre che con la contrazione delle produzioni di latte, rileva Coldiretti Bergamo, le aziende agricole devono confrontarsi anche con un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia sostenuti per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.