L’Inter trionfa alla 17° Coppa Quarenghi, superando 3-0 in finale il Bologna, un trionfo non solo della società meneghina (che porta a Milano la sesta vittoria del torneo, prima davanti ai “cugini” del Milan con 5 edizioni), ma anche del Comitato Coppa Quarenghi, capace di promuovere una manifestazione – non solo considerata una vera e propria fucina di talenti (come testimoniato dai talent scout presenti in tribuna e dai campioni che in passato sono passati di qua: da Phil Foden a Matteo Ruggeri, tanto per citarne un paio) – ma un catalizzatore di valori sportivi, in un clima di amicizia, festa e rispetto. Minimo comun denominatore: il calcio giovanile. Ovviamente. E senza dimenticare la componente internazionale, rappresentata in questa 17° edizione da Red Bull Salisburgo ed Helsinki (che ha ricevuto pure il premio “fedeltà” per la sua 15° partecipazione).
Un calcio straniero che ha impressionato anche i “padroni di casa” dell’Atalanta, quarta in questa edizione. “È sempre bello confrontarsi con le società straniere. È grazie alla Coppa Quarenghi che abbiamo conosciuto il calcio nordico, un calcio che non si preoccupa solo del risultato e in cui i ragazzi cercano sempre di giocare la palla – spiega Stefano Bonaccorso, responsabile preagonistica dell’Atalanta – Tornei come la Coppa Quarenghi, organizzata benissimo dal Comitato, che ringraziamo, ci permettono, ad esempio, di educare i nostri ragazzi nel rispetto delle regole, nel capire l’importanza dello stile di vita dell’atleta quando sono fuori casa. In questo modo, quando passeranno all’agonismo, avranno una formazione adeguata per affrontare la vita da calciatore. E cresceranno anche come uomini”.
“Anche quest’anno una bellissima risposta da parte del pubblico e, come sempre, molta attenzione nei confronti del torneo dagli addetti ai lavori, con osservatori da tutto il mondo (c’erano talent scout di Ajax e Liverpool ndr) – spiega il dottor Giampietro Salvi, presidente del Comitato Coppa Quarenghi – Questo perché, da sempre, tantissimi ragazzi passati da noi sono diventati calciatori affermati come Phil Foden, Bukayo Saka, Matteo Ruggeri o Nicolò Fagioli. In questa edizione, per la prima volta, hanno partecipato Como e Bologna, che hanno tra l’altro ben figurato: il Como settimo e il Bologna secondo”.
(FINALE 3° – 4°) JUVENTUS – ATALANTA 4-0
Il primo affondo è di Laurenti, il terzino juventino va via sulla sinistra con un coast to coast e mette in mezzo, ne nasce un corner da cui un bianconero svetta di testa e impatta la traversa, bello stacco ma Juventus sfortunata. La situazione si ripete tre minuti dopo, quando Nobile raccoglie un pallone vagante in area e calcia a giro col destro, sfera ancora sul montante, ma altro rischio per l’Atalanta.
Ci prova anche la Dea con un tiro da fuori di Prendi, ma sono i bianconeri a sbloccarla: incursione sulla destra e palla in mezzo, Mobilia arriva in corsa e di destro mette in porta la rete del vantaggio. Juventus che dà l’idea di poter fare male ogni volta che si affaccia in avanti. Tiro da fuori di Modica, pallone sporcato che diventa buono per Mobilia, bravissimo a mettere il piede per battere il portiere e portare la Vecchia Signora sul 2 a 0. Ci sarebbe anche la chance per la tripletta di Mobilia, ma il suo destro da posizione defilata finisce fuori. L’Atalanta si riaffaccia in avanti con un colpo di testa di Paesanti, respinto dalla difesa.
La seconda frazione su ritmi ancora buoni, la Dea ci prova subito con Raimondi: il 20 rientra sul mancino e calcia, Galavotti si oppone con un ottimo intervento sul proprio palo. Risponde la Juve con Elliott che imbuca perfettamente per Mobilia, l’attaccante entra in area, supera Ghezzi ma si allunga troppo la sfera e non riesce a segnare. Si lotta su ogni pallone, la partita è ancora viva. Almeno finché Mobilia non riparte in contropiede, vince un rimpallo, entra in area e batte Ghezzi in uscita: tripletta del giocatore juventino e match che pende ormai verso i bianconeri.
I bergamaschi hanno la forza di attaccare, Fradegrada svetta bene su corner ma Galavotti fa una grande parata in tuffo. Monte avrebbe la possibilità di calare il poker perché ora gli spazi si sono parti, ma il suo tiro trova il palo a Ghezzi battuto. Il suo appuntamento con il gol è solo rimandato, perché due minuti dopo il numero 9 juventino riceve palla da Mobilia a un metro dalla porta e non ha problemi a spingerla dentro: 4 a 0. La Dea prova ad alleggerire il bilancio, attacchi però privi di mordente. La contesa finisce dunque a favore della Juventus, che sale sul gradino più basso del podio.
(FINALE 1° – 2°) BOLOGNA – INTER 0 – 3
La sfida finale è un’altra partita dal sapore di Serie A. Si affrontano l’Inter e il Bologna, vera sorpresa del torneo alla sua prima partecipazione in assoluto. La prima occasione arriva dopo nemmeno un minuto: cross in area e Tedesco per l’Inter non trova la sfera a un metro dalla porta. Tentativo seguito da quello di Sare, che si fa metà campo palla al piede, entra in area ma chiude troppo il mancino sul primo palo.
È solo il preludio del gol: Broinas va via benissimo sulla trequarti, entra in area e scarica un mancino che centra la traversa e si insacca, Inter avanti nel punteggio. I meneghini si affacciano in avanti con regolarità, il Bologna fa fatica ad imbastire gioco per trovare i propri attaccanti, complice anche il ritmo spezzettato. Broinas ha un’altra occasione davanti al portiere, il portiere felsineo Capriz esce benissimo. L’estremo difensore deve ripetersi tre minuti dopo, quando Sare prova un insidioso tiro cross che Capriz alza in angolo. È lui il vero protagonista, perché evita il bis interista parando un tiro da fuori di Pozzoni. Funziona il pressing neroazzurro, bolognesi spesso obbligati a rilanciare in avanti per evitare guai peggiori. Parisi scambia benissimo con Sare e arriva al tiro dalla sinistra, Capriz è ancora attento.
Primo tempo che va in archivio con un dominio interista abbastanza netto. I felsinei provano a scuotersi, scoprendosi però in difesa. Ne approfitta Sare, che entra in area e calcia su Capriz in uscita, ma la palla gli ritorna e può depositarla in rete per il raddoppio dell’Inter, decisamente più in palla. I neroazzurri sono sulle ali dell’entusiasmo e arrivano in attacco con regolarità. Prevedibilmente, il ritmo cala, ma l’Inter trova lo stesso il modo di calare il tris. Punizione battuta benissimo da sinistra, Zanchi stacca perentorio di testa nel cuore dell’area e trova l’angolino, nulla da fare per la difesa felsinea ancora battuta. I neroazzurri corrono in avanti e pressano fino alla fine della partita, che li vede vincitori della diciassettesima edizione della Coppa Angelo Quarenghi.