Il sindaco di Rogno ha parzialmente revocato l’ordinanza emessa domenica 21 aprile, ma rimane in vigore il divieto di raccolta e consumo di frutta e verdura in attesa che l’Ats e l’Arpa pubblichino le loro relazioni della situazione di aria e acqua, dopo l’incendio che ha distrutto cento tonnellate di rifiuti stoccati nei capannoni della Valcart di Rogno.
Per le emissioni gassose in atmosfera i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente hanno a disposizione i dati raccolti dalla centralina installata nei pressi della Valcart domenica mattina, mentre per i liquidi finiti nell’Oglio e poi nel Sebino, sono stati posizionati in acqua dei manicotti assorbenti per limitare la diffusione della chiazza nerastra galleggiante sulla superficie. Sulle cause dell’incendio che ha provocato danni per un milione di euro alla Valcart (azienda con 40 dipendenti diretti e 30 nell’indotto), continuano le indagini dei Carabinieri di Clusone, mentre la Procura di bergamo ha aperto un’inchiesta per incendio doloso. Il grande rogo aveva tenuto impegnati i Vigili del fuoco di Bergamo, Zogno, Madone, Gazzaniga, Clusone, Lovere e Darfo per circa 36 ore, durante le quali sul posto sono stati presenti i dipendenti e i titolari della Valcart per collaborare alle azioni di controllo e messa in sicurezza della zona. Dopo il primo rapporto dell’Arpa da cui risulta che dalle misurazioni effettuate, non sono emersi valori significativi che inducano a pensare che sussistono gravi pericoli per l’incolumità pubblica e privata e della sicurezza. Sempre l’Arpa ha comunicato alla Provincia di Bergamo che recentemente la Valcart era stata controllata e non erano state rilevate criticità. Intanto, la chiazza che si è formata sul lago, rilevata anche dagli aerei ultraleggeri di Centro Volo Nord che operano per la Protezione Civile, preoccupa pescatori e ambientalisti per le potenziali ricadute che le sostanze inquinanti che potrebbero avere sulla catena alimentare.